Amichevolmente parlando.

Virtù, sentimento, emozione, empatia, affinità elettiva... comunque la si voglia definire l'amicizia evoca, come immagine, quella nicchia, quell'angolo nascosto del sé sul quale ognuno di noi esercita un dominio quasi esclusivo. Contrapposta a tutti i legami 'dati' con i quali si è chiamati ogni giorno a fare i conti (le relazioni familiari, quelle di lavoro, quelle parentali, gli incontri occasionali eppure regolari con chi fa i nostri stessi percorsi di vita giornaliera), l'amicizia conserva intatta la sua natura squisitamente elettiva. Gli amici si scelgono e ci scelgono.

In questo gioco relazionale, che pure ha le sue regole, ognuno di noi mette in campo inclinazioni, competenze, abilità, desideri, debolezze, affetti e sentimenti per consentire ad altri -a pochi - di accedere al nostro io più nascosto, per dare vita ad una relazione paritetica al cui interno ognuno è accettato per quello che è, prima ancora che per quello che fa. Apparentemente erosa da una società che premia l'agire strumentale ed il disimpegno da qualsiasi tipo di vincolo, indebolendo ogni legame, la pratica dell'amicizia, come agire intenzionale, diventa l'antidoto per sopravvivere e muoversi nelle fragili cerchie sociali della modernità.

Paola Di Nicola , professore di Sociologia della famiglia e di Metodologia e tecnica della ricerca sociale presso l'Università degli Studi di Verona, ha dedicato una particolare attenzione al tema delle reti sociali primarie nella società contemporanea, inquadrate sia da un punto di vista teorico che empirico. Al primo studio sull'argomento pubblicato dalla FrancoAngeli nel 1986 ( L'uomo non è un'isola ), ha fatto seguito la più ampia e articolata monografia del 1998 ( La rete metafora dell'appartenenza ) sempre per i tipi della FrancoAngeli.