Titolo Rivista ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO
Autori/Curatori Guido Alpa
Anno di pubblicazione 1 Fascicolo 2000/3
Lingua Italiano Numero pagine 24 P. Dimensione file 89 KB
DOI
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più
clicca qui
Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.
Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF
FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche
Il testo di recepimento non ha soddisfatto pienamente la comunità dei giuristi e le associazioni dei consumatori, ed ha sollevato critiche da parte della stessa Commissione Cee. La discussione in Parlamento si è rivelata un vero e proprio boomerang. All’apprezzabile intento di far partecipi i rappresentanti dell’intera Nazione alla predisposizione di un testo che avrebbe modificato il codice civile e avrebbe interessato tutti i cittadini ha fatto da contrappeso un risultato che sarebbe certamente stato migliore dal punto di vista della formulazione tecnica e della coerenza se fosse stato predisposto da una commissione di esperti e vagliato dal Governo. L’avvicendarsi di emendamenti e di correzioni ha prodotto un testo talvolta ambiguo, e non completamente soddisfacente dal punto di vista delle scelte opzionali a favore del consumatore. Il controllo giudiziale delle clausole - la tecnica più diffusa negli ordinamenti dei paesi dell’Unione - ha onerato le associazioni di rilevanti, gravosi compiti. Allo stato sembra questo il solo metodo praticabile concretamente per emendare i contratti dalle clausole vessatorie. I tentativi promossi per negoziare le clausole predisposte con le associazioni dei professionisti o con singole grandi imprese non sono andati a buon fine, e quindi l’unica via di uscita è rimasta l’azione giudiziaria per l’inibitoria. I professionisti, anziché adeguare i moduli in uso alle disposizioni della legge di recepimento, hanno preferito continuare ad usare clausole palesemente abusive, e non hanno utilizzato l’opportunità di emendare i moduli per aggiungere uno strumento di concorrenza nei confronti degli altri operatori del loro settore. Le proposte di istituire anche una commissione nazionale deputata al controllo (preventivo o successivo) delle clausole vessatorie sono state bocciate. Per parte sua la Commissione ha rilevato varie violazioni della direttiva.;
Guido Alpa, L'applicazione della direttiva sulle clausole abusive nei contratti dei consumatori: primo bilancio in "ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO " 3/2000, pp , DOI: