L’occupazione femminile pre e post crisi: Italia ancora lontana dagli obiettivi europei

Titolo Rivista QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO
Autori/Curatori Gabriella Pappadà
Anno di pubblicazione 2017 Fascicolo 2016/105
Lingua Italiano Numero pagine 11 P. 179-189 Dimensione file 174 KB
DOI 10.3280/QUA2016-105009
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più clicca qui

Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.

Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF

Anteprima articolo

FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche

Questo articolo intende approfondire un’analisi di genere dell’occupazione, disquisendo sulla necessità dei policy maker di favorire la partecipazione attiva delle donne, al fine di avvicinare la posizione dell’Italia all’obiettivo Europa 2020. Si parte da una considerazione preliminare: è utile comprendere l’andamento di lungo periodo di questo ventunesimo secolo, includendo un periodo equivalente di 7 anni prima e dopo la crisi, per determinare come l’ondata recessiva abbia colpito il nostro Paese, al punto di frenare la crescita occupazionale registrata nei primi anni del nuovo millennio. L’analisi confronta l’Italia con la media di 28 Paesi membri, con alcuni Paesi più virtuosi come Danimarca, Paesi Bassi e Germania e ad altri affini al nostro, quali Spagna, Grecia e Portogallo. La crisi non ha colpito tutti gli Stati membri con la stessa intensità. Dopo aver presentato i livelli occupazionali di entrambi i sessi, si passa all’analisi di genere e, successivamente, all’analisi per struttura dell’occupazione con riferimento al settore dei servizi sociali che potrebbe rappresentare un volano per l’universo femminile. L’articolo si completa con delle riflessioni su uno studio della European Foundation for working and living conditions sui fattori legislativi e di welfare che favorirebbero la conciliazione.;

  1. Azzolini V. (2015). Non bastano i congedi per avere più mamme al lavoro. 22-09-2015. Testo disponibile al sito: lavoce.info.
  2. Cutuli G. e Sherer S. (2014). La (non)partecipazione femminile al mercato. In: Barbieri P. e Fullin G. (a cura di). Lavoro, istituzioni, disuguaglianze. Sociologia comparata del mercato del lavoro. Bologna: il Mulino, pp. 145-164.
  3. Fellini I. (2015). Una “via bassa” alla crescita dell’occupazione: il mercato del lavoro italiano tra crisi e debolezze strutturali. Stato e Mercato, 105, dicembre.
  4. Lucifora C. e Vigani D. (2016). Quando l’organizzazione del lavoro discrimina le donne. 23-02-2016. Testo disponibile al sito: lavoce.info.

Gabriella Pappadà, L’occupazione femminile pre e post crisi: Italia ancora lontana dagli obiettivi europei in "QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO" 105/2016, pp 179-189, DOI: 10.3280/QUA2016-105009