Ermeneutica psico(pato)logica di un testo filmico: il Doppio negli Inseparabili di D. Cronenberg

Journal title GRUPPI
Author/s Alessandro Aronadio
Publishing Year 2002 Issue 2002/1 Language Italian
Pages 22 P. File size 79 KB
DOI
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Inseparabili, l’opera cinematografica del regista canadese David Cronenberg, considerata unanimemente uno dei suoi capolavori, è certamente tra i film (se non il film) che più (e meglio) di tanti altri ha trattato un tema antico e complesso quale quello del Doppio. In realtà si può senza dubbio ritenere Inseparabili una vera e propria summa (e non solo cinematografica) di ogni altra opera sul Doppio: in essa confluiscono la tradizione europea (soprattutto letteraria) del Doppelgänger; tracce della tradizione cinematografica sullo stesso tema (epurata da qualsiasi accenno a una qualche semplicistica impronta hollywoodiana); interessanti elementi in comune col pensiero di molti studiosi del funzionamento della psiche (Freud, Jung e Lacan, primi fra tutti) che nelle loro trattazioni si sono occupati di questo argomento; il tema dei gemelli (i protagonisti, Beverly ed Elliott Mantle, sono due gemelli omozigoti ginecologi); il tutto, inquinato dall’impronta cronenberghiana, in merito alla sua personale rappresentazione del mind-body problem e dei processi di trasformazione psicotici. Dimostrando fin dall’inizio una perturbante attitudine sessuofobica, i due gemelli protagonisti, imprigionati all’interno di un’eterna, ineluttabile dimensione narcisistica (simbiotica, fusionale), cercano in ogni modo di poter preservare la loro unità (simbiotica, appunto) di corpi-identici. L’ingresso di Claire, una paziente sterile, nella vita dei due, con annesso innamoramento da parte di Beverly, provocherà una seria, insanabile frattura all’interno dell’(apparentemente) omeostatico universo-Mantle, che porterà i due a percorrere (insieme, per l’ultima volta) una fatale escalation psicotica-tossicomanic

Alessandro Aronadio, Ermeneutica psico(pato)logica di un testo filmico: il Doppio negli Inseparabili di D. Cronenberg in "GRUPPI" 1/2002, pp , DOI: