Le professioni del sociologo

Remo Siza

Le professioni del sociologo

Edizione a stampa

22,00

Pagine: 240

ISBN: 9788846473097

Edizione: 1a edizione 2006

Codice editore: 613.3.6

Disponibilità: Discreta

Il sociologo può assumere compiti operativi? Oppure è soltanto uno studioso o un ricercatore che studia la società, i suoi mutamenti, i problemi che emergono nel suo ambito, le ragioni profonde di un conflitto sociale? La sociologia può essere utile per risolvere un problema decisionale?
Da molti anni i sociologi operano in una pluralità di enti pubblici e privati, in organizzazioni di volontariato e di cooperazione sociale, nel mondo della comunicazione. Al sociologo è affidata la decisione di formulare un piano, un progetto d'intervento, di gestire relazioni umane, uffici di comunicazione e di relazione con il pubblico, di decidere sulla continuazione di un servizio utilizzando i risultati di una ricerca valutativa, di compiere un'analisi ed un intervento organizzativo.
Ma queste attività spesso non sono adeguatamente riconosciute, non si ritiene che nel loro insieme costituiscano una professione a tutti gli effetti. Molti credono che la sociologia sia una disciplina accademica che non ha un'intenzione pratica, una scienza utile per osservare la realtà sociale, per studiarne le trasformazioni, per capire meglio la condizione di alcuni gruppi sociali - gli immigrati, le famiglie povere, i giovani, gli abitanti dei quartieri periferici - e mostrare i limiti di punti di vista e soluzioni date per scontate e contribuire, in questo modo, alla crescita delle persone.
L'autore presenta la pluralità di professioni che il sociologo può svolgere e le identità che caratterizzano la sua azione: quella dello studioso, che svolge la sua azione prevalentemente nell'università, quella del ricercatore che compie un'indagine spesso senza finalità applicative e, infine, quella del sociologo professionista che, con efficacia, assume molteplici competenze in numerosi contesti organizzativi.

Remo Siza è stato presidente nazionale della più importante associazione professionale dei sociologi e direttore della rivista "Sociologia e professione". Componente per molti anni del Comitato scientifico del Servizio studi del Ministero della Salute, dirigente pubblico, rappresentante per l'Italia in commissioni europee, è docente in diverse università italiane e autore di alcuni volumi, fra i quali i più recenti Progettare nel sociale (FrancoAngeli, 2002, 2ª edizione) e (con Pete Alcock) La povertà oscillante (FrancoAngeli, 2003) e di numerosi articoli comparsi in opere collettanee e riviste.


Presentazione
Parte I. La professione e la precarietà delle applicazioni sociologiche
Le politiche del sociologo
(Una pluralità di indirizzi applicativi; La sociologia applicata e la sociologia clinica; Il ruolo "pubblico" della sociologia; Tra "vocazione terapeutica" e professione)
Lo sviluppo della professione in Italia
(Coinvolgimento e distacco; Le radici riformistiche della sociologia italiana; Una correlazione problematica; Una presenza critica e civilmente impegnata; L'istituzionalizzazione accademica della sociologia; Dal distacco all'immersione nella pratica sociale; Consolidamenti teorici e sviluppi applicativi; Tra tradizioni nello sviluppo della professione)
Il carattere instabile delle applicazioni sociologiche
(L'applicazione come riorganizzazione delle conoscenze; Gli usi professionali delle conoscenze; Il consolidarsi di una conoscenza pratica competente)
Parte II. Teorie e pratiche in un approccio riflessivo
Il sociologo riflessivo
(Una nuova fusione tra conoscenza accademica e abilità pratica; Percorsi di crescita professionale: contenuti teorici e competenze)
Consolidare nuove relazioni di welfare
(La dimensione riflessiva delle politiche sociali; Le insostenibili dipendenze; Il welfare mix come sistema regolato; Le oscillazioni del welfare mix; L'austerità permanente e le politiche detrattive; L'introduzione del mercato; La comunità e la rilevanza dei legami sociali; Le criticità del welfare italiano; Il sociologo tra esigenze riflessive e nuove domande d'intervento; Abilità e dimensione dell'agire professionale; Crescita delle comunità, crescita delle istituzioni)
Promuovere la salute come relazione intersoggettiva
(La rilevanza dell'ambito applicativo e professionale; Dall'equilibrio parsonsiano alla sociologia della salute; L'altra "metà" della salute; Le abilità e le reti di sostegno; Cronicità e precarietà dei legami; Una nuova concettualizzazione dello stile di vita sano; L'altra "metà" della professione)
Contrastare la povertà e l'esclusione sociale
(Riformismo sociale e sviluppo della ricerca empirica; I concetti di povertà e di esclusione sociale; La crescente precarietà della vita; I confini delle politiche integrative; La durata della povertà; La dipendenza critica dal mercato del lavoro; Punti di contatto tra rappresentazioni divergenti; Le rappresentazioni della povertà in Italia; La ricostruzione dei percorsi d'impoverimento; La lotta alla povertà come impegno professionale)
Costruire processi integrativi attraverso piani e progetti condivisi
(È possibile la programmazione sociale?; Dalla società pianificata ai limiti di una regolazione eteronoma; L'introduzione del management pubblico; Le convergenze regolative; L'uscita dall'asse stato-mercato: la programmazione comunicativa; Autonomia e dipendenza nei sistemi regolativi; Governare le interazioni tra sfere di vita; L'equilibrio del piano tra processi regolativi e capacità autonome; Il sociologo tra generalità e specialismo)
Promuovere la valutazione dell'equità e dell'efficacia
(La ricerca sui grandi aggregati, la ricerca valutativa; La solidità dell'evidenza empirica; L'evidenza empirica contestualizzata; Centralità degli obiettivi e fallimento dei programmi; Il consolidarsi di una programmazione "informale"; La precaria alleanza tra programmazione e valutazione ex ante; Previsione degli effetti e inerzie della sociologia; Il sociologo e la complessità degli effetti; La valutazione come processo e come interazione)
Conclusioni: la comunità sociologica, frammentazioni e prossime appartenenze
(La debolezza della rete applicativa; Il differenziarsi delle identità; La possibilità di influenzare le azioni sociali; La costruzione di un progetto professionale; Il consolidamento della professione; La frammentazione dell'appartenenza; La regolamentazione della professione).

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