A discrezione del giudice

Roberto Bin

A discrezione del giudice

Ordine e disordine: una prospettiva "quantistica"

Ci può essere una teoria dell’interpretazione giuridica che riduca la discrezionalità dei giudici? Migliaia di libri sono stati scritti per elaborare teorie, regole e principi che dovrebbero arginare l’inevitabile discrezionalità degli interpreti delle leggi e garantire un certo grado di oggettività. Questo libro, rivolto agli operatori del diritto e a tutti i lettori colti, suggerisce un’altra strada.

Edizione a stampa

18,00

Pagine: 114

ISBN: 9788820434137

Edizione: 1a ristampa 2024, 2a edizione, nuova edizione 2014

Codice editore: 1590.1.1

Disponibilità: Discreta

Pagine: 114

ISBN: 9788891718525

Edizione:2a edizione, nuova edizione 2014

Codice editore: 1590.1.1

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Pagine: 114

ISBN: 9788891718532

Edizione:2a edizione, nuova edizione 2014

Codice editore: 1590.1.1

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: ePub con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

La discrezionalità del giudice nell'applicazione delle leggi è un problema noto a tutti i sistemi moderni, specie ora che i giudici si trovano ogni giorno ad applicare direttamente principi tratti dalla Costituzione e persino da altri ordinamenti. Sempre più spesso le valutazioni del giudice sembrano prive di briglie, libere di svolgersi secondo convinzioni personali, piuttosto che nell'alveo dei criteri fissati dal legislatore.
Ogni sistema giuridico ha il suo metodo per scegliere e istituire i giudici, ma in nessun sistema è ammesso che essi operino in piena libertà, liberi di creare diritto a loro piacimento. Il legislatore è l'unica autorità che può vantare una piena legittimazione democratica, per cui ogni esercizio di potere pubblico che non si leghi saldamente alle sue indicazioni appare arbitrario e inaccettabile.
Migliaia di libri sono stati scritti per elaborare teorie, regole e principi che dovrebbero arginare l'inevitabile discrezionalità degli interpreti delle leggi e garantire un certo grado di oggettività. Ma la fisica quantistica ci suggerisce di procedere per altra via, di inseguire altri obiettivi e di accettare una visione diversa della verità oggettiva.

Roberto Bin si è formato nell'Università di Trieste e ha insegnato in quella di Macerata. Attualmente è ordinario di Diritto costituzionale nell'Università di Ferrara. È autore di alcuni fortunati manuali universitari e di diversi libri e saggi scientifici (la sua bibliografia si può leggere in www.robertobin.it).

Introduzione
Parte I. Ciò che i giuristi possono imparare dalla fisica moderna
Perché la fisica?
Meccanica quantistica e hard cases: questioni di risoluzione ottica
Indeterminazione giuridica - e allora?
Interpretazione di che cosa?
Risposte giuste e domande sbagliate
"Penumbra of uncertainty", il favoloso mondo dell'entropia
Parte II. La ruota dei criceti
Il diritto è ciò che il giudice dice essere, ma è il diritto a dire chi è il giudice
Il signor Mani e la retorica del giudizio
La ruota dei criceti
Qualche conclusione
Indice dei nomi.

Collana: Studi di diritto pubblico

Argomenti: Diritto, giustizia

Livello: Saggi, scenari, interventi

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