Il potere di disporre di risorse essenziali - finanziarie, di personale, di mercato, di prestigio - garantite, ha indotto tradizionalmente gli istituti scolastici pubblici a dare per scontate le caratteristiche e la qualità del proprio prodotto, e la loro corrispondenza con le esigenze effettive del proprio contesto di riferimento.
Tale caratteristica fa si che l'istituto scolastico tenda a non prestare attenzione all'importanza della definizione - in termini unitari e misurabili - degli obiettivi che intende perseguire, trascuri l'analisi e la gestione dei processi organizzativi interni, e conduca la propria azione come un sistema «disintegrato».
La scarsa consapevolezza della propria realtà di sistema organizzativo, e delle esigenze operative di comportamento ad esse connesse, diminuiscono la capacità dell'istituto scolastico pubblico - e delle strutture formative in genere come ad esempio i centri di formazione professionale - di dialogare «da protagonista» con le diverse componenti ambientali, esponendolo al rischio di una progressiva marginalizzazione nell'ambito dei processi formativi.
Questa tendenza può essere contrastata dallo sviluppo di una «imprenditorialità scolastica» che, nel quadro dei vincoli istituzionali e delle opportunità di collegamento col resto del sistema complessivo, dia spazio ad una dimensione progettuale, di gruppo ed aperta alle sollecitazioni esterne, delle proprie attività istituzionali.