L'utopia e l'utopismo

Silvia Rota Ghibaudi

L'utopia e l'utopismo

Dalla grande progettualità al ripiegamento critico

Edizione a stampa

18,00

Pagine: 128

ISBN: 9788820447182

Edizione: 1a edizione 1986

Codice editore: 1133.23

Disponibilità: Fuori catalogo

Il discorso utopico, che in qualche misura percorre tutto il pensiero politico, dopo la rivoluzione francese si condensa in un disegno progettuale di ampio respiro coinvolgente tutta la vita sociale. A partire dalla seconda metà del secolo XIX, esso smorza sempre più l'ambizione progettuale per concentrarsi sui problemi coevi più rilevanti, accentuando progressivamente l'aspetto di critica negativa della società esistente. Caratteristica, quest'ultima, che domina le riflessioni utopiche del secolo XX. Mentre la proposta romanzata di una società radicalmente diversa da quella esistente (utopia) non ha mai suscitato aspre opposizioni, l'azione organizzativa per la realizzazione di un diverso ordine sociale (utopismo) ha sollecitato, soprattutto dopo la rivoluzione francese e ancor più dopo quella russa, una reazione diffusa.

Nei secoli XIX e XX, parallelamente al discorso utopico, si snoda senza soluzione di continuità un'opposizione critica che coinvolge pensatori di ogni tendenza: conservatori che temono venga turbato l'ordine esistente, moderati illuminati consapevoli dell'esistenza di forze innovativi inarrestabili seppure pericolose, progressisti e rivoluzionari gelosi del loro progetto di mutamento e avversari accaniti di quelli altrui.

Dopo la seconda guerra mondiale, pur manifestandosi un discorso utopico altamente qualificato e caratterizzato da competenze scientifiche indiscusse, prende il sopravvento un fittissimo dibattito interpretativo sull'utopia come problema. La progettualità politica, e' già entrata in crisi nella seconda metà del secolo XIX, si rivela ora paralizzata e surrogata da un ripiegamento critico, all'interno del quale le discussioni manifestano atteggiamenti emotivi spesso incontrollati. Da una parte si teme il ripetersi degli errori del passato, dall'altra si paventa una stasi progettuale che rischia di cristallizzare a tempo indeterminato l'assetto esistente. Timori e paure di segno diverso generano una conflittualità teorica sul significato e la valenza dell'utopia e dell'utopismo, che diventano simboli sia di speranza innovativa che di sinistro catastrofismo. Come ogni espressione umana, il discorso utopico rivela esigenze insopprimibili e positive che richiedono tuttavia un lucido controllo razionale.

Silvia Rota Ghibaudi (1929). Ordinario di storia delle dottrine politiche presso la Facoltà di scienze politiche dell'Università di Torino, ha pubblicato, fra l'altro, "La fortuna di Rousseau in Italia" (1 961), "Proudhon e Rousseau" (1965), "G. Ferrari. L'evoluzione del suo pensiero" (1969), "il socialismo utopistico" (1972), "Lavoro e socialismo" (1982); ha curato le "Opere" di D.F. Vasco (1966) gli "Scritti politici" di G. Ferrari (1973) e le "Notizie da nessun luogo" di W. Morris (1978).

1. Introduzione al problema
2. I grandi progetti di mutamento sociale
3. La crisi dell'utopismo, l'utopia satirica, l'utopia filosofica
4. L'utopia socialista
5. La rinascita, le lacerazioni e il tramonto dell'utopismo
6. Il paradosso della realtà
7. L'utopia scientifica e la funzione scientifica dell'utopia
8. Un primo ventennio di discussioni critiche
9. L'utopia spontanea e la funzione negativa dell'utopia
10. Le interpretazioni recenti
Bibliografia


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