Lo sviluppo del capitalismo porta nel suo grembo, come destino dell'uomo, quello di essere dominato da! suo prodotto e di perdere il suo carattere umano. La tendenza autoritaria dello stato capitalistico moderno va in questa direzione. E' naturale che gli uomini reagiscano a questo indirizzo che li emargina dalla partecipazione ai processi decisionali, e questa reazione può avvenire in più modi. A livello individuale avviene spesso con il disinteresse dalla politica - cosi forte nei paesi capitalisticamente più avanzati - e quindi con la rinuncia volontaria anche alle forme limitate, ma pure assai mistificate, di partecipazione consentita, sostituendola con una più intensa partecipazione al mondo più limitato dei propri affari, dei propri studi, della propria specialità. Ma su questa strada si arriva rapidamente all'anonimato delle folle solitarie.

A livello collettivo si sviluppa la lotta per difendere, o addirittura allargare, lo spazio democratico. In Italia in modo particolare questa battaglia ha dato dei risultati. Tuttavia non bisogna credere che questa tendenza possa essere considerata dominante nella fase storica che attraversiamo, E' indubbiamente in atto una dialettica fra la spinta democratica che sale dal basso e la spinta autoritaria che discende dall'alto. Ma fra le due forze in contrasto è la seconda che prevale. Non bisogna, infatti, confondere reali conquiste democratiche e semplici apparenze: la società borghese, secondo la definizione di Marx, è un mondo rovesciato e ci fa apparire le cose all'opposto di quelle che sono. attraverso una mistificazione della realtà.