Affrontare il tema della violenza, sia essa legata alle manifestazioni più drammatiche degli ultimi tempi che a quella che, da decenni se non da secoli, si sta verificando intorno a noi, non è cosa semplice.

Si sa che la violenza fa parte dell'uomo e del suo mondo, che si inserisce in tutta una serie di contesti, siano essi sociali, filosofici, politici, economici, religiosi, e che all'interno di qualsiasi sistema o subsistema culturale si frammenta e si riqualifica senza mai scomparire del tutto.

E' per questo che il titolo L'uomo e la violenza ci è sembrato che potesse dare un'indicazione di massima, in quanto la violenza è dell'uomo, è nell'uomo, si esplica attraverso l'uomo.

Il materiale raccolto è stato diviso in tre parti. La prima considera il settore delle istituzioni totali e delle organizzazioni complesse: il mondo aziendale e l'esercito, il carcere, l'ospedale psichiatrico, il campo di concentramento nazista.

La seconda parte è di tipo diverso: riguarda l'aggressività e il processo didattico o, in altri termini, il settore formativo quale lo si ritrova in psicopedagogia, in psicoterapia e nella scuola.

La terza parte è ancora differente, perché si è preferenziato un aspetto inusuale: la connotazione esperienziale, il vissuto personale, la "tranche de vie". Si è cercato cioè di mettere a fuoco che cosa significhi la violenza per un medico, per una donna, per un uomo, attraverso una "diversa" chiave di lettura, la propria vita.

In sintesi, in tutto il ventaglio dei contributi presentati su questo tema, si è cercato di non fare soltanto delle operazioni intellettuali ma anche cercare di riviverle, di calarvisi dentro, in modo da prendere coscienza di sfumature ed aspetti che solitamente restano fuori delle trattazioni abituali.

Andrea Devoto, che ha curato il volume, è libero docente di psicologia sociale. I suoi interessi prevalenti riguardano aspetti psicologici delle istituzioni totali e la formazione degli operatori sociali tramite le tecniche di gruppo.