Per anni sulla politica di difesa italiana, appiattita sull'appartenenza alla Nato spesso in posizione da free rider, partiti ed elettori si sono confrontati da posizioni ideologiche opposte. La politica di sicurezza era stata infatti incapsulata, e rimossa, all'interno delle grandi scelte di schieramento internazionale effettuate nel dopoguerra. Solo con l'esaurimento del cleavage internazionale, alla fine della prima Repubblica, il tema di una radicale riformulazione della politica militare e di difesa si fa quindi spazio nell'agenda politica.

Questa ricerca analizza il processo di elaborazione del Nuovo modello di difesa esaminando le relazioni tra partiti, élites politiche ed opinione pubblica negli anni '90. Attraverso lo studio della riforma dell'obiezione di coscienza, del reclutamento delle Forze armate, dell'intervento italiano in Bosnia, della recente proposta del governo Prodi di istituzione di un servizio civile nazionale, si analizzano le strategie, risorse e culture del reticolo di attori attivo nel policy making militare. La conclusione è che la politica di difesa non costituisce più, sia per le élites politiche come per l'opinione pubblica, un ambito di confronto ideologico, mentre emerge un tendenziale consenso bipartisan sui princìpi che guidano la politica di sicurezza del nostro paese.

Paolo Bellucci, è ricercatore presso la facoltà di Economia dell'Università del Molise e docente di analisi delle politiche pubbliche. È autore di saggi di sociologia politica e sull'analisi delle politiche pubbliche.

Il Centro Militare di Studi Strategici (CeMiSS) è l'organismo che gestisce, nell'ambito e per conto del Ministero della Difesa, la ricerca su temi di carattere strategico. Fondato nel 1987 con Decreto del Ministro della Difesa, il CeMiSS svolge la propria opera avvalendosi di esperti civili e militari, italiani ed esteri.