«Letteratura», 'rivista aristocraticissima in apparenza e riservata a squisite operazioni en vase clos' (Gianfranco Contini), ma anche 'uno dei rari ambienti dove, avanti il '43, si riuscisse a dire un bel po' di faccende scarsamente conformi alle parole d'ordine' (Albert Béguin): due giudizi espressi nel 1944, nella fase ultima del secondo conflitto mondiale, un'epoca, quindi, certo non sospetta e tutt'altro che indulgente verso le 'aure' e le 'torri d'avorio'. In realtà «Letteratura», raccogliendo il drappello più numeroso e compatto della diaspora di «Solaria» e la pattuglia dei cattolici dissidenti, transfughi dal «Frontespizio», riuscì, nei Fascicoli che vanno dal 1937 al 1943, a mettere insieme quanto c'era di meglio e di più vivo nella cultura letteraria italiana di quegli anni: dalle prime stampe di parecchie poesie delle Occasioni di Montale, ai romanzi 'a puntate' Conversazione in Sicilia di Vittorini e La cognizione del dolore di Gadda (Quer pasticciaccio brutto de via Merulana arricchì i numeri della breve esperienza della prima serie nel dopoguerra, 1946-1947), ad un denso florilegio della militanza critica di Contini.

Gli Indici di «Letteratura», oltre ad essere uno strumento bibliografico, si propongono anche come 'testimonianza' di una difficile, ma pur fervida temperie culturale.

Gioia Sebastiani è ricercatrice presso l'università di Roma «La Sapienza». P, autrice, fra l'altro, di studi sulla cultura e la letteratura di Roma capitale (Dal «Capitan Fracassa» al «Mattino». Lettere 'giornalistiche' di Edoardo Scarfoglio a Ferdinando Martini, Roma, 1980; Una pagina poco nota di Roma bizantina. «Il Lucifero», Roma, 1983).