L'osso di un'analisi

Jacques-Alain Miller

L'osso di un'analisi

Edizione a stampa

18,00

Pagine: 80

ISBN: 9788846428172

Edizione: 1a edizione 2001

Codice editore: 1790.1

Disponibilità: Esaurito

È prezioso questo testo di Miller. È un vero e proprio "osso" che egli lancia nel terreno della psicoanalisi in un momento in cui, più che mai nel nostro paese, ne viene annunciata la morte o la si vorrebbe randagia sotto pretesto che le sue radici non affondano nella scienza, quella "vera", randagia e ormai inutile, superata dai mastini delle Neuroscienze. Si tratta di un testo pronunciato, il cui stile è quello di una parola non scritta ma un po' precaria; una parola alla ricerca; una parola che risente dell'ascolto dei presenti, delle loro domande e delle loro riflessioni; una parola non definitiva seppure sempre aderente a una logica, la logica dell'inconscio e del soggetto, quella logica che Lacan ha distillato da Freud, dal rigore e dall'etica di un uomo che ha inventato una delle cose più disturbanti della nostra epoca.

È un testo che tratta esattamente di ciò che le Neuroscienze non possono trattare: ciò che divide, disturba e fa ostacolo al soggetto umano, e anche ciò su cui una certa psicoanalisi ha chiuso pericolosamente gli occhi, spingendo verso la cancellazione e l'appiattimento di quanto sta al cuore del "parlessere", di quanto lo lega al corpo e costituisce la trama del suo modo di desiderare, di godere e di amare, di quanto lo fa così vicino alla morte e sfugge alla presa della parola: la pulsione, il reale della pulsione.

Ci lancia quest'"osso" Miller, lo lancia perché ci diamo da fare a roderlo e a farlo rodere. L'oggetto è sempre ritrovato, dice Freud, sta a noi di ritrovare anche l'"osso" nascosto, sotterrato, per poter cogliere qualcosa di come quell'"oggetto perduto" fin dall'origine ha marchiato il soggetto.

Si tratta di rodere l'"osso", sì, ma non nel senso di quella riduzione che una certa psicoanalisi ha fatto tagliando fuori quell'"intruso" che è il reale della pulsione, ma di una riduzione per arrivare a cogliere il reale del soggetto, al di là degli ideali e delle identificazioni, al di là dell'Io, nel punto in cui egli appare nella sparizione.

Lo psicoanalista, in questo testo, si trova di fronte a un avanzamento di Miller rispetto a Lacan sul luogo di attuazione della Passe e sulla modalità con cui un soggetto può arrivare a "saperci fare" con quel resto di godimento di cui è intessuto il sintomo, a partire non solo dall'attraversata del fantasma, ma anche a partire da ciò che lo tocca nella carne; si trova a dover riprendere in esame lo statuto del godimento in un passaggio che va dal suo aspetto mortifero al suo aspetto vivificante; si trova a dover riflettere sulla complicata questione dell'uomo, della donna e del sesso, su ciò che nella contingenza li unisce e ciò che irrimediabilmente li separa; si trova a doversi interrogare sulla fine di un'analisi per l'uomo e per la donna, sul cammino di quel passo ulteriore compiuto da Lacan rispetto alla "roccia" di Freud e al suo "che cosa vuole una donna?".

Il profano può incamminarsi, invece, tralasciando i matemi, sulla strada pietrosa dell'allegoria che Miller offre attraverso la poesia di Carlos Drummond de Andrade e lasciarsi incuriosire, forse, proprio dal soggetto che egli è in quanto lettore, in quanto uomo, in quanto donna, e in fine sorridere toccato dall'ironia e dal comico con cui Miller si addentra nella questione dell'amore suggerendo al maschio di dirozzarsi un po' e alla femmina di essere un po' meno folle.

Jacques-Alain Miller incontra Lacan nel 1964, l'anno in cui viene creata l'École Freudienne de Paris (EFP). Nel 1966, a soli ventidue anni, inizia la stesura dell'indice ragionato degli Scritti , su richiesta di Lacan, che lo incarica anche di stabilire il testo per la pubblicazione dei Seminari . Nominato da Lacan come "l'almeno uno a leggerlo", esplora senza tregua l'opera di Lacan nei suoi corsi universitari, che diventano presto un punto di riferimento. Nel 1981, poco prima della morte di Lacan, è uno dei principali artefici della nascita dell'École de la Cause Freudienne, una sorta di 'contro-esperienza' rispetto all'EFP, clamorosamente sciolta da Lacan l'anno prima. Da allora, oltre all'École de la Cause sono sorte, in diverse parti del mondo, altre scuole del Campo freudiano, tra cui la Scuola Europea di Psicoanalisi. Esse fanno tutte capo all'AMP (Associazione Mondiale di Psicoanalisi), di cui Miller è l'attuale presidente.


Antonio Di Ciaccia, Céline Menghi , Nota all'edizione italiana
Florencia Dassen , Prologo
Uno - Due - Tre - Postfazione.

Contributi:

Collana: Teoria e clinica psicoanalitica Campo freudiano

Argomenti: Psicopatologie e tecniche per l'intervento clinico - Psicoanalisi e psicologia dinamica

Livello: Testi per psicologi clinici, psicoterapeuti

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