Lo psicoanalista Jacques Lacan diceva che delle donne non esiste l'universale ma solo il particolare: bisogna prenderle una per una. Il cinema di Jane Campion, di cui si tratta in questo libro, rappresenta una preziosa occasione per avvalorare e sviluppare tale assunto. I film di questa regista infatti affermano inequivocabilmente il punto di vista di una donna su situazioni e percorsi "singolari femminili" e si prestano ad illustrare la specificità della sessualità femminile nei suoi vari aspetti. Se Freud si è arrestato sulla domanda enigmatica: "Che cosa vuole una donna?", Lacan ha ripreso questo interrogativo dandogli una soluzione inedita, la cui portata, forse, non è stata ancora pienamente valutata.
La teoria psicoanalitica messa in tensione con il medium filmico produce un dialogo e costituisce una scommessa sulla possibilità di vivificare creativamente e rendere così comprensibili ad un più vasto pubblico concetti molto complessi che spesso suscitano ostilità. L'inserimento nel testo di quattro opere pittoriche commentate è volto a dare ulteriore sviluppo a certi punti teorici presenti in ogni film sottolineando, al tempo stesso, l'originale contributo di Lacan all'indagine psicoanalitica nel campo visivo.
Chiara Mangiarotti è psicoanalista a Venezia. Membro della Scuola Europea di Psicoanalisi e docente dell'Istituto freudiano per la clinica la terapia e la scienza di Roma, collabora a diverse riviste di psicoanalisi, italiane e straniere tra cui La Psicoanalisi. Ha contribuito al volume Stili della sublimazione. Usi psicoanalitici dell'arte, a cura di Maurizio Mazzotti (Angeli, 2001).