L'attuale sviluppo planetario dell'informatica ha prodotto nei modi della comunicazione e diffusione della cultura e del sapere una rivoluzione paragonabile forse a quella prodotta nel mondo occidentale dall'invenzione della stampa. L'umanesimo, inteso come sistema culturale, riuscì certo ad inserirsi pienamente ed immediatamente in quella prima rivoluzione, al punto che l'immagine della cultura umanistica è divenuta pressoché inscindibile da figure di celebri editori e stampatori, quali ad esempio il veneziano Aldo Manuzio o il fiorentino Filippo Giunti. Una situazione altrettanto favorevole, tuttavia, non sembra essersi riprodotta ai nostri giorni nel caso della seconda rivoluzione costituita dall'informatica, anche se il suo ingresso pervasivo nel mondo del sapere in generale non ha certamente risparmiato lo stesso sapere umanistico: le diffidenze e le perplessità suscitate fanno capire che l'interazione non è, in questo caso, qualcosa di immediato o di ovvio.
Tenendo conto di questa situazione complessiva, studiosi delle Università di Bologna, Heidelberg, Jena, Padova, Pavia e Siena si sono riuniti a convegno presso l'Ateneo padovano, per tentare un bilancio della situazione presente e per interrogarsi su quali prospettive si offrano, per il futuro, relativamente al ruolo di protagonista diretto che lo studioso di scienze umanistiche può effettivamente giocare nel mutato panorama della conoscenze e del nuovo sapere tecnologico.
Franco Biasutti è professore ordinario di Filosofia della storia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Padova. I suoi interessi di ricerca riguardano la filosofia classica tedesca, il pensiero seicentesco, la cultura italiana del Settecento. Tra le sue pubblicazioni si possono ricordare: La dottrina della scienza in Spinoza (1979); Assolutezza e soggettività. L'idea di religione in Hegel (1979); Ricerche sulla fortuna di Spinoza nel Settecento italiano (1984); Prospettive su Spinoza (1990); Dialettica e metodo in Hegel (1999).