Questo lavoro, scaturito da un convegno svoltosi a Sarzana (SP) nel novembre 2000, organizzato dal Coordinamento assistenti sociali della Giustizia, analizza l'evoluzione del sistema dell'esecuzione della pena, attraverso il confronto tra i principali protagonisti quali gli assistenti sociali ed i magistrati della cognizione e della sorveglianza, con il contributo di giuristi ed esperti di servizio sociale.
I vari autori cercano di rispondere ai numerosi interrogativi, che negli ultimi anni sono stati portati all'attenzione dell'opinione pubblica, sempre più attraversata da un bisogno di sicurezza. Ci si è interrogati su: la validità dell'attuale sistema normativo penale e sanzionatorio; la corrispondenza dell'esecuzione delle pene ai principi di rieducazione e individualizzazione del trattamento interno ed esterno al carcere; l'opportunità di introdurre elementi finalizzati alla cosiddetta "certezza della pena"; l'adozione di misure esterne al carcere come pene principali; l'inserimento del servizio sociale professionale anche nella fase processuale; il ruolo del territorio, della comunità locale e dei servizi pubblici e privati nella gestione delle misure alternative alla detenzione.
Tra le possibili risposte emerge come, ad una funzione della pena che miri al recupero del condannato, deve corrispondere necessariamente una approfondita conoscenza della persona, pertanto in qualunque fase del processo penale si decida d'intervenire il ruolo del servizio sociale risulta fondamentale. È anche per questo necessario che il servizio sociale e la magistratura avviino un dialogo costante e approfondito, che metta a confronto due culture con radici diverse e apparentemente lontane tra di loro, perché entrambi impegnati con la medesima utenza. Inoltre il territorio deve essere l'elemento centrale di riferimento nell'esecuzione della pena, perché è nel territorio che si delineano le strategie d'intervento per l'inclusione sociale e si sviluppano le reti sia di sostegno alla persona, ma anche di controllo, attraverso apposite agenzie ed interventi mirati, finalizzati al recupero dei più svantaggiati e alla sicurezza di tutti i cittadini.
Il volume si rivolge perciò ai professionisti che si occupano di esecuzione penale e Giustizia nei diversi contesti istituzionali, sia pubblici che del "terzo settore", a docenti e studenti dei corsi universitari finalizzati alla preparazione anche specialistica in questo settore, a responsabili di formazione permanente degli operatori.
Anna Muschitiello assistente sociale coordinatore presso il Centro di servizio sociale per adulti di Milano; segretaria nazionale del Coordinamento assistenti sociali della Giustizia; consigliera dell'Ordine regionale assistenti sociali della Lombardia. È autrice di vari articoli in riviste specializzate del settore penitenziario.
Elisabetta Neve insegna Principi e fondamenti del servizio sociale presso l'università di Verona. Si occupa di formazione permanente degli operatori sociosanitari, anche in collaborazione con il Ministero della Giustizia, sia per il settore adulti che per il settore minori. Fra le pubblicazioni vanno ricordati: Il servizio sociale. Fondamenti e cultura di una professione (Carocci, 2000); "Aspetti metodologici dell'intervento di servizio sociale nei confronti del tossicodipendente" (D.a.p., Corsi di formazione e ricerca metodologica , Roma, 1997); "Il servizio sociale nel sistema della Giustizia tra teoria e prassi" ( Il bambino incompiuto , 4-5/1993), La supervisione (con altri, Angeli, 1997).