Il volume si propone di esaminare il modo in cui il proposito di garantire (o quanto meno favorire) giuridicamente l'applicazione individuale delle norme collettive si è venuto affermando e poi progressivamente modificando nel diritto sindacale italiano.

Anche grazie all'impiego di un metodo di indagine storico-comparativo, emerge, cos', quella che può essere definita l'anomalia della "vicenda italiana", passata dall'astensionismo giolittiano all'interventismo autoritario della legislazione fascista, sino ad approdare nel periodo post-corporativo (sia pure dopo un periodo di oscillazione fra ricorso al diritto comune e salvataggio della normativa corporativa) alla proposizione di un modello di legislazione promozionale che, a sua volta, dopo gli splendori degli anni '70, comincia a conoscere non pochi aspetti di incertezza. Dai quali sembra già possibile delineare i tratti di un diritto sindacale "post-promozionale" nel quale il risultato dell'applicazione individuale delle norme collettive viene realizzato ora con strumenti garantistico-strutturali, ora con misure di sostegno-funzionali.

L'esame dell'evoluzione degli atteggiamenti legislativi ed interpretativi sullo specifico problema offre così l'occasione per un ripensamento critico della stessa formazione del sistema giussindacale italiano e delle sue possibili prospettive.

Gaetano Vardaro è ricercatore confermato presso l'Università degli studi di Roma La Sapienza ed è redattore del "Giornale di diritto del lavoro e relazioni industriali". Oltre a vari scritti minori ha pubblicato il volume "Contrattazione collettiva e sistema giuridico", Jovene, Napoli, 1984 ed ha curato le antologie: "Il diritto del lavoro tra democrazia e dittatura", Il Mulino, Bologna, 1983 (comprendente saggi di F.L. Neumann) e "Laboratorio Weimar", Ed. Lavoro, Roma, 1982 (comprendente saggi di Fraenkel, Kahn-Freund, Korsch, Neumann e Sinzheimer).