Nella prima metà degli anni novanta il tema dell'etica negli affari ha occupato un posto centrale nel dibattito culturale, economico e politico del nostro Paese.
Il tema dell'etica è entrato nella cultura e nelle pratiche aziendali, gran parte dei problemi che esso suscitava sono stati affrontati e risolti, l'etica costituisce il riferimento di quelle "carte dei valori" che molte imprese hanno formalizzato in rapporto all'operare quotidiano.
In seguito invece l'evoluzione degli eventi sul terreno culturale e politico ha retrocesso il tema dell'etica in secondo piano, ne ha ridotto l'importanza e ne ha ridefinito il significato: altre priorità appaiono prevalere. Le imprese si sono rapidamente adeguate.
Non sta a noi decidere quale sia l'interpretazione giusta: ci sembra importante come Associazione Italiana di Studio del Lavoro, documentare questo dibattito sul tema dell'etica negli affari e nelle professioni, con i suoi esiti e le sue implicazioni.
La dimensione etica costituisce un nodo di collegamento tra società civile e imprese; fra aziende e organizzazioni di lavoro in tutti i settori dell'economia privata e pubblica, in tutti i contesti organizzativi, grandi e piccoli, orientati al profitto o al servizio pubblico.
Costituisce inoltre uno dei contenuti, espliciti o impliciti, del rapporto tra chi governa le organizzazioni e chi vi opera nell'attività quotidiana.
La dimensione etica è una variabile dell'organizzazione che esprime in sé fini e mezzi, ma anche cultura e valori.
È inevitabilmente presente nelle scelte che l'operare quotidiano chiede sempre di più, in una logica dell'efficienza basata su autorità e responsabilità ampiamente distribuite a tutti coloro che operano nei vari livelli delle organizzazioni di lavoro.
La dimensione etica è una componente di ruolo che non si ignora, anche se non è sempre presente nei sofisticati elenchi delle "competenze" oggi di moda: è elemento costitutivo della cultura del lavoro e dei lavoratori.
Una richiesta di nuovi rapporti con le aziende emerge sempre più da utenti e consumatori quali soggetti concreti e si esprime attraverso il rifiuto delle posizioni monopolistiche, dominanti o privilegiate, una richiesta di trasparenza come propensione a rivendicare a sé una parte sempre più ampia di scelte basate anche su criteri di equità nei rapporti tra fornitori e clienti.
È un'istanza etica con la quale aziende e soggetti presenti nel mercato dovranno sempre più fare i conti.
Questo Quaderno è dedicato a Ennio Baldini, che seguì l'autore, allora suo studente, nella realizzazione della tesi di laurea, di cui questo testo è un estratto.
Paolo Calori , nato nel 1969, si è laureato in Economia e Commercio all'Università Cattolica di Milano. Ha sviluppato la sua carriera sia nel settore della consulenza di direzione sia in azienda. Si è occupato di organizzazione aziendale, sviluppo organizzativo e formazione presso Robert Bosch Italia e di organizzazione aziendale e risorse umane presso Gestifin Consultants. Attualmente è project manager presso Simmaco Management Consulting, dove si occupa di strategia, organizzazione aziendale, sviluppo organizzativo e risorse umane. Ha collaborato per il Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano e dal 1997 è consigliere di AISL, Associazione Italiana Studio del Lavoro.