Il disagio che attraversa oggi il sistema formativo italiano ha radici nelle inadeguate politiche scolastiche del passato ma anche nelle profonde trasformazioni che hanno investito le società occidentali nell'ultimo scorcio del ventesimo secolo. Lo sviluppo della società tecnologica, l'interdipendenza degli eventi, il conformismo globale contribuiscono a ridurre lo spazio della sfera pubblica sempre più condizionato da una dominante dimensione virtuale.
All'interno di questi processi la scuola sembra la più fragile e la più esposta alla crisi: profonda è la disattenzione verso il sistema scolastico, diffuso è il disinteresse verso il suo destino, preoccupanti sono infine i segnali di disaffezione da parte degli studenti e di deresponsabilizzazione da parte degli adulti. Sono elementi che rivelano anche una generale difficoltà a ridefinire il ruolo della istituzione scolastica nella società attuale.
La complessità della crisi impone un profondo ripensamento sulla formazione, sul patrimonio culturale da trasmettere e sul modello di scolarizzazione di massa; il rapido sviluppo della società tecnologica mostra infatti quanto sia urgente dare senso al diluvio di immagini e di informazioni che circondano le giovani generazioni.
Affrontare questo orizzonte problematico significa capire e ripercorrere i limiti e le fragilità del nostro sistema scolastico, segnato anche dalla continua oscillazione tra conservatorismo e utopia sullo sfondo di snodi e scansioni importanti dell'Italia repubblicana.
Si tratta dunque di un itinerario di riflessione che, attraverso un passato di riforme attuate o mancate, lasciate a metà o azzerate, riscopre anche un patrimonio di progettualità e di impegni attivi nella ricerca educativa e nel dibattito culturale.