"Il meraviglioso non è uguale in tutte le epoche; partecipa oscuramente di una specie di rivelazione generale di cui cogliamo soltanto il particolare". In questa ottica anche i segni dell'architettura possono accedere a quel "grado superiore del pensiero" e della realtà a cui Bréton intendeva spingere la creazione artistica per 'svelare' l'enigma che è nel quotidiano, sotto l'apparenza: di fatto tutte le anomalie del reale (costruito, dipinto o descritto) che oggi assumiamo sinteticamente come "surreali" condividono un comune intento di disinformazione logica e di sconcerto nella percezione dell'opera d'arte, un vero progetto di stupore concettuale che fa uso di espedienti spesso molto complessi per tradursi in forma visibile.
Nel tentativo di tracciare un profilo identificativo del "surreale" (inteso qui come categoria critico-estetica, sovratemporale e perciò preesistente al Surrealismo-movimento) si vanno definendo in questo libro i principi teorici e le dinamiche che sottendono alla composizione di un'architettura fortemente destabilizzante, strumento di conoscenza prima che oggetto d'uso, luogo fisico in cui l'immaginazione viene sottratta alla logica e alle convenzioni per essere definitivamente consegnata "all'assurdità immediata, [...] fonte non trascurabile di godimenti".
Francesca Rinaldi vive e opera come architetto a Napoli. È borsista dell'Istituto Italiano degli Studi Europei e dottore di ricerca in Storia dell'architettura presso l'Università di Napoli dove collabora alle ricerche coordinate dal prof. Renato De Fusco. Suoi saggi ed articoli sono stati pubblicati su riviste di architettura e critica fra le quali Op. Cit., Corriere d'Europa, Costruire.