Sui Parchi scientifici e tecnologici (da Silicon Valley a Lione, da Tsukuba a Tecnopolis) sono tuttora aperti importanti quesiti scientifici. Qual è la vera natura dei Parchi scientifici e tecnologici? Quali sono i fattori di successo? Che rapporto si configura fra locale e globale? Rilevanti e soprattutto dibattute sono alcune domande di politica economica e sociale. Possono i Pst essere un fattore importante di sviluppo socio-economico sul territorio? Possono accelerare e diffondere lo sviluppo tecnologico e scientifico? Sono solo programmi pubblici di investimento o possono dar luogo a strutture economicamente autosufficienti?
La ricerca, condotta nell'ambito di una delle linee di attività della convenzione Cnr-A.F. Forum risponde a queste domande attraverso l'analisi della letteratura, lo studio di cinque parchi (Area di Ricerca di Trieste, Tecnopolis Novus Ortus di Bari, Parco Scientifico di Roma, Aston Park di Birmingham, Tecnopoli Lionese), di un progetto (il Parco della Sardegna) ed uno studio sulle nuove professioni nei Pst e sui processi di formazione e di empowerment.
Il principale fattore di successo risulta essere l'identità strategica, organizzativa e gestionale del Parco. I Parchi di successo, al loro livello di più alto sviluppo, vengono identificati dalla ricerca come organizzazioni reticolari o quasi-imprese (imprese-rete): ossia entità organizzative complesse, costituite da più soggetti che operano sulla cooperazione e competizione fra loro. L'impresa-parco è un contenitore capace di supportare, sviluppare o guidare processi economici, tecnici e sociali disponendo di capacità di animazione o governo.
I Parchi nella loro evoluzione cambiano di forma e di natura: nascono spesso come centri di servizi finanziari ("bachi"), si innervano sul territorio come sistemi di cooperazione fra università, enti pubblici, imprese grandi, piccole imprese ("crisalidi"). Quando hanno successo divengono "imprese rete" operando sia sul "distretto tecnopolitano" locale sia nella rete della scienza e della tecnologia, importando ed esportando know how fra livello locale e globale ("farfalle").
Federico Butera è ordinario di Sociologia dell'Organizzazione presso l’Università di Milano Bicocca. Per 12 anni è stato titolare della stessa cattedra all'Università di Roma "La Sapienza”. E’ stato Visiting Scholar alla Sloan School of Management del MIT. Fondatore nel 1974 e da allora presidente dell'Irso (Istituto di Ricerca intervento sui Sistemi Organizzativi) . E’ direttore della rivista Studi Organizzativi. Ha pubblicato 33 libri e oltre 150 saggi in Italia e all’estero. E-mail federico.butera@irso.it