Che l'individuo della complessità sia colui che più di ogni altro persegue la tradizione come spazio e tempo protetto entro cui ricercare, reinventare e coltivare antiche e nuove radici è cosa risaputa.
Gian Luigi Bravo dopo aver reso trasparente questo modello socioantropologico che attiene alla società postmoderna con l'esemplare ricerca sul campo di Belvedere Langhe, comunità arrampicata sulle colline dell'alta Langa, nello studio
Festa contadina e società complessa (Milano, 1983), ha continuato proficuamente il lavoro teorico esplorando alcuni domini antropologici che gli hanno permesso di approfondire ulteriormente il dibattito fra tradizione e società complessa.
Il volume contiene saggi che nell'arco di qualche lustro hanno affrontato soprattutto i temi della festa popolare e dei musei contadini. L'orizzonte contemporaneo è caratterizzato da una sorprendente quanto inattesa ripresa di questi istituti folklorici che, più di altri, sembrano promettere e permettere complessi processi d'appaesamento, il recupero di pendolari identità sperdute nelle complesse reti strumentali della postmodernità. Le feste e i musei paiono essere la risorsa culturale più opportuna per l'individuo di autorappresentarsi attivamente sul teatro della vita al fine di non morire dimenticato, per sopravvivere a qualche giro di stagione, come ci ricorda Cesare Pavese.
Una raccolta di saggi, dunque, che indica nuovi e fecondi sentieri, temi promettenti del prossimo e appassionato dibattito antropologico sull'uomo del presente.
Gian Luigi Bravo è professore ordinario di Antropologia culturale presso la Facoltà di Lingue e letterature moderne dell'Università degli Studi di Torino. Dal 2001 è presidente dell'Associazione Italiana Studi Etnoantropologici (AISEA). Tra le sue pubblicazioni:
La solidarietà difficile, Padova, 1972;
Classi, tradizioni, nuova cultura, Ivrea, 1976;
Festa contadina e società complessa, Milano, 1984;
Italiani: racconto etnografico, Roma, 2001,
Feste, masche, contadini, Roma, 2005.