Bildung era, nell'età di Goethe, termine di moda e concetto - chiave di una grande stagione culturale. L'idea di formazione era intesa anzitutto come modello antropologico, come itinerario individuale (produsse in questo senso un nuovo genere letterario, il Bildungsroman), ma implicava anche un nuovo sguardo sul mondo, una sua interpretazione dinamica, e in un certo senso «vitalista», che si allontanava dalle grandi sintesi meccaniciste.
L'originalità della posizione di Wilhelm von Humboldt è di aver basato tutte le sue riflessioni - da quelle politiche a quelle antropologiche, ai grandi scritti sul linguaggio - su un'idea energetica che dà movimento al mondo della natura e dell'uomo e consente di pensarlo in termini anti - statici e anti - sostanzialistici, quindi in termini di formazione. Tale dimensione dinamica non esclude tuttavia un'idea formale, un'idea di coltivazione in vista di un modello di equilibrio e di armonia, nonostante la già netta percezione del carattere frammentato e non unitario della modernità.
Questo studio affronta da un punto di vista filosofico la rilevanza e il ruolo di tali tematiche negli scritti di Humboldt e l'intersecarsi, alle loro spalle, delle diverse tradizioni scientifiche e teoretiche dell'epoca.
Paola Giacomoni ha svolto attività di ricerca presso il Dipartimento di Filosofia dell'Università di Bologna e lavora attualmente come ricercatrice all'interno del Dipartimento di Storia della civiltà europea dell'Università di Trento. Si è occupata di temi di filosofia tedesca tra Otto e Novecento, con studi su Weber e Husserl, ed in seguito dell'«età di Goethe». Collabora a «Rivista di Filosofia», «Intersezioni» e ad altre riviste.