Cibo in festa fra tradizione e trasformazioni.

Michela Badii

Cibo in festa fra tradizione e trasformazioni.

Pratiche e rappresentazioni alimentari in un contesto mezzadrile

Il volume offre una lettura delle pratiche alimentari festive ‘tradizionali’, e ricostruisce il valore funzionale e simbolico del cibo nella comunità. Le trasformazioni diacroniche e la comparazione sincronica delle pratiche, rilevate nelle occasioni di consumo cerimoniale, fanno emergere il valore storico-antropologico che assume il cibo nel tempo festivo, nel suo uso costante, come norma, e in relazione ai mutamenti che il contesto subisce nel quarantennio preso in esame (1930-1970).

Edizione a stampa

24,00

Pagine: 176

ISBN: 9788856831122

Edizione: 1a edizione 2010

Codice editore: 871.22

Disponibilità: Discreta

Pagine: 176

ISBN: 9788856829549

Edizione:1a edizione 2010

Codice editore: 871.22

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Un'etnografia approfondita sul Valdarno aretino costituisce la base per una lettura delle pratiche alimentari festive 'tradizionali' a partire dalle rappresentazioni di un gruppo di ex-mezzadre che hanno trascorso un tempo significativo della loro esistenza sociale e lavorativa in una fattoria toscana.
La ricerca si presenta come uno studio dal basso, che ricostruisce attraverso la memoria diretta dei soggetti subalterni il valore funzionale e simbolico del cibo nella comunità; città e campagna costituiscono il perimetro spaziale entro il quale si compiono le traiettorie degli attori. Le trasformazioni diacroniche e la comparazione sincronica delle pratiche, rilevate nelle occasioni di consumo cerimoniale, fanno emergere il valore storico-antropologico che assume il cibo nel tempo festivo, nel suo uso costante, come norma, ed in relazione ai mutamenti che il contesto subisce nel quarantennio preso in esame (1930-1970).
Uno sguardo etnografico dal presente, nel tempo storico in cui il cibo - oggi al centro di eventi di rilancio del mondo contadino come 'patrimonio' locale e identitario - possedeva una ragione d'uso che induce a ritenere possibili forme di discontinuità tra i valori emici del passato - evidenti dalla ricostruzione del codice del gusto - e quelli attuali, che connotano politiche e occasioni di recupero della 'tradizione'.

Michela Badii, laureata in Etnologia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo (Università degli Studi di Siena), ha conseguito il dottorato di ricerca con una tesi in cotutela con l'Università degli Studi di Siena e con l'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Come docente a contratto ha insegnato Etnografia presso la Facoltà di Lettere di Arezzo. Ha pubblicato studi e ricerche, prevalentemente dedicati ai temi dell'alimentazione e ai processi di patrimonializzazione, con editori italiani e francesi.



Introduzione
Il contesto
(Il Valdarno aretino tra città e campagna; Mezzadre di ieri; Il prete e la principessa)
Rappresentazioni del cibo
(La festa e il 'pane' quotidiano; "Feste" e "ricorrenze": una partizione emica)
Mappe della 'tradizione'
(I demarcatori della festa: la carne, le cotture, l'abbondanza; La cucina mezzadrile: una questione di genere; Altri demarcatori del festivo: i dolci; Le sintassi del pasto)
Lo stufato alla sangiovannese: un piatto eccezionale
(Traiettorie urbane; Gli Uffizi del carnevale: cenni storici e articolazione della festa; Il pranzo dell'Uffizio; La ricetta-testo: un metodo per indagare l'eccezionalità di una pratica alimentare; Una triplice opposizione: stufato, spezzatino; Lo stufato alla sangiovannese, tra 'sacro' e borghesia; Leggende e narrazione dell'identità)
Conclusioni
(La scala delle preferenze: uno specchio delle trasformazioni 'dal basso'; Fra tradizione e patrimonio)
Un racconto 'etnografico'. La carne nera
Glossario
Appendice
(Avvertenze; Tavole dei nemu)
Riferimenti bibliografici.

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