Creative evasioni

Carla Lunghi

Creative evasioni

Manifatture di moda in carcere

Attraverso l’analisi di due marchi di moda come MADE IN CARCERE e Sartoria San Vittore, la ricerca, svolta attraverso interviste ai responsabili e alle lavoratrici di alcune cooperative sociali impegnate nelle carceri, costituisce un’interessante occasione per capire come la moda possa essere, al giorno d’oggi, un luogo di incontro fra aspetti deboli ed elementi di successo della realtà produttiva.

Edizione a stampa

21,00

Pagine: 160

ISBN: 9788856839692

Edizione: 1a edizione 2012

Codice editore: 1155.1.31

Disponibilità: Discreta

Pagine: 160

ISBN: 9788856873641

Edizione:1a edizione 2012

Codice editore: 1155.1.31

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Negli ultimi anni la ricerca di prodotti e di materiali attenti all’ambiente e ai diritti dei lavoratori, la valorizzazione e il recupero di tradizioni autoctone artigianali, l’interesse verso tipologie variegate di savoir-faire hanno imposto, anche nel campo della moda, interessi e stili di comportamento riconducibili ai principi della sostenibilità e della responsabilità.
Made in carcere e Sartoria San Vittore sono i due marchi di moda di cui si occupa il volume, che riporta i risultati di una ricerca sociologica condotta attraverso interviste in profondità ai responsabili e alle lavoratrici delle cooperative sociali di Officina creativa (carcere di Borgo San Nicola a Lecce e carcere di Trani) e di Alice (carcere di San Vittore a Milano e casa di reclusione di Bollate).
Si tratta di realtà imprenditoriali spesso alle prese con problemi di sostenibilità economica e in difficile equilibrio in un mercato molto competitivo, ma anche depositarie di singolari istanze sociali combinate con interessanti innovazioni di prodotto. In tali esperienze, eredi di una tradizione italiana che promuove il senso del bello e del ben fatto, il lavoro creativo sembra esplicarsi non solo come ricerca estetica e progettuale ma anche come forma d’inclusione e di riscatto umano e culturale.
In quest’ottica, dunque, le esperienze di Made in carcere e di Sartoria San Vittore rappresentano un’interessante occasione per capire come la moda possa essere, al giorno d’oggi, un luogo di incontro fra aspetti deboli ed elementi di successo della realtà produttiva.

Carla Lunghi è ricercatore presso la Facoltà di Scienze Politiche e fa parte del Comitato Direttivo del Centro per lo studio della moda e della produzione culturale dell’Università Cattolica di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Culture creole. Imprenditrici straniere a Milano (Milano 2003); La moda della responsabilità (con E. Montagnini, Milano 2007); Consumi ai margini (con L. Bovone, a cura di, Roma 2009); La precarietà degli oggetti. Estetica e povertà (con M.A. Trasforini, a cura di, Roma 2010).



Introduzione
(Moda e carcere: un connubio paradossale; La genesi di una ricerca fuori dal comune)
Esperienze eccentriche di moda
(Critical fashion; Fra mainstream e marginalità; Abiti che raccontano storie: il disegno della ricerca; Alice; EcoLab; Officina creativa)
Il carcere oggi
(Si può difendere il carcere?; Il segreto del carcere; L’inutilità della reclusione; L’utilità della reclusione; La detenzione femminile; Donne delinquenti; Una struttura maschile; Le sfilate in prigione; Bellezza e cura del sé)
Gli oggetti parlanti
(Lo stigma: il braccialetto di tela e la bambola senza volto; Quelle mura al centro della città; I gatti a San Vittore; Le borse galeotte; kalòs kai agathòs: il bello e il buono; Persone e tessuti: la filosofia del riciclo; Un nuovo modello di sviluppo; Sigillo: marchio d’origine e di genere)
Occupazioni creative
(Le imprese creative delle mode eccentriche; Lavoro e trattamento; Perché faticare in prigione; Il fare creativo; La comunicazione dentro e fuori le mura; Evasioni; Senso del tempo e libertà)
I frutti dell’artigianalità creativa
(Il Made in Italy; Il saper fare dell’artigiano; Una nuova concezione di sé: autostima e relazioni; Un futuro meno minaccioso; Il gusto dell’onestà; Una professione per l’avvenire)
Riferimenti bibliografici.

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