La Bibbia presenta molte figure d'infanzia, sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento. Alcune infanzie vengono raccontate, come quella di Gesù, di Esaù e Giacobbe, di Isacco, di Davide; si parla di bambini sacrificati dai pagani al Moloch e di bambini resuscitati, di infanzie tutelate e violate, di ragazzi profeti e di giovanissimi testimoni di miracoli. L'infanzia viene poi usata come metafora: della colpa, dell'innocenza, della tragedia, della cura, della speranza, dell'ignoranza e dell'umiltà. Infine il testo biblico presenta passaggi squisitamente pedagogici, che mettono in scena una relazione educativa tra genitori e figli o tra maestri e allievi.
Questo libro va alla ricerca dei bambini nella Bibbia incrociando il metodo storico-critico della lettura del testo con una ermeneutica specificamente pedagogica. Il testo dunque apre a suggestioni sullo statuto dell'infanzia nel mondo giudaico e giudaico-cristiano ma anche a riflessioni sull'essere bambini ieri e oggi, sull'infanzia come oggetto di narrazione, di metafora, di educazione e di cura all'interno di discorsi sulla trascendenza, sulla fede, sull'Altro.
Raffaele Mantegazza insegna presso il Dipartimento di Scienze della salute dell'Università Bicocca. Si è occupato di dialogo interreligioso, della corporeità e della morte come oggetti pedagogici, di educazione interculturale, della Shoah. Suoi testi recenti sono
Troverete un bambino. Tracce educative nei Vangeli apocrifi dell'infanzia di Gesù (Bologna 2015) e
Color di lontananza. Educazione e utopia in Theodor W. Adorno (Milano 2015). Si occupa di formazione pedagogica di insegnanti, genitori, personale medico. Il suo sito è
www.raffaelemantegazza.com