Contributi
Antonio Bellingreri, Giuseppe D'Addelfio, Fulvio Giardina, Karin Guccione, Veronica Montefiori, Rita Pillitteri, Serena Pisciotta
Livello
Studi, ricerche. Textbook, strumenti didattici
Dati
pp. 266, 1a edizione 2017 (Codice editore 322.4)
In breve
Riaffermando buone prassi trasversali, quali l’ascolto attivo, il tutoring e le modalità di insegnamento mediate dalla tecnologia unitamente all’introduzione di nuove prassi sperimentali psicopedagogiche, quali la presenza attiva e strutturale dello psicologo nelle classi scolastiche, il volume applica e narra la teoria ecologica dell’apprendimento in esperienze e prassi sperimentali.
Presentazione del volume
Nel recente passato epistemologico, psicologico e pedagogico, l'idea di conoscenza come processo di costruzione si era lentamente trasformata in un rassicurante illuministico fotografare, oggettivare: l'apprendere era divenuto sinonimo del possedere una rappresentazione puntuale, oggettiva e "vera" dell'oggetto osservato.
Oggi, attraverso la convergenza dei più avanzati studi psicologici, pedagogici e neurologici, pensiamo che la conoscenza sia un processo e non un risultato. La realtà è tale perché percepita da un osservatore e la relazione causale lineare tra verità e conoscenza è tornata ad essere un processo circolare, concausato e co-costruito.
La mente individuale genera il mondo che la include e genera a sua volta: la soggettività, che permette all'uomo di esperirsi come soggetto neotenico e mitopoietico, non è un dato definitivo, bensì una possibilità di concepimento della mente e della realtà al contempo, una nascita perenne, insatura. L'ambiente in senso ampio, la cultura transpersonale, antropologica, ed intergenerazionale, fondano le matrici collettive del conoscere individuale: i presupposti all'apprendere. L'ambiente offre se stesso al soggetto, come matrice insatura di senso e possibilità di essere; il soggetto, conoscendo, modifica la matrice che lo ha generato e dunque rigenera se stesso e la matrice, in un circolo ermeneutico, ricorsivo, cofondativo.
Il volume muove dall'idea di ambiente in generale, e di ambiente di apprendimento in particolare, in senso ecologico classico, ed innovativo tecnologico, giungendo a delineare linee teoriche, psicologiche e pedagogiche, di intervento positivo nel mondo della formazione e della scuola, anche con riferimento all'attuale processo di riforma.
Riaffermando buone prassi trasversali, quali l'ascolto attivo, il tutoring e le modalità di insegnamento mediate dalla tecnologia, unitamente all'introduzione di nuove prassi sperimentali psicopedagogiche, quali la presenza attiva e strutturale dello psicologo nelle classi scolastiche, il volume applica e narra la teoria ecologica dell'apprendimento in esperienze e prassi sperimentali.
Giuseppe Mannino psicologo, psicoterapeuta, analista transazionale, membro dell'EATA (European Association for Transactional Analysis) e dell'ITAA (International Transactional Analysis Association), magistrato onorario, consigliere in corte d'appello per le sezioni civile e penale minorile, è ricercatore e docente universitario di Psicologia dinamica presso la LUMSA. Insegna nei corsi di laurea di Psicologia, Scienze dell'educazione e Scienze del servizio sociale e nei corsi di laurea magistrale di Psicologia e Scienze della Formazione continua. Membro del Comitato scientifico nazionale del Centro Studi ImparaDigitale, direttore scientifico del Centro Studi Psicopedagogici Virtualmente, studia e pianifica strategie di apprendimento individualizzate e curricolari nell'ottica della psicodinamica del benessere della persona. Tra i suoi interessi di ricerca emergono i temi della psicodinamica del pensiero mafioso e del terrorismo attraverso il vertice ermeneutico bio-psico-socio-culturale.
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