La dimensione latente dell'azione sociale

Lorenzo Sabetta

La dimensione latente dell'azione sociale

Dialogando criticamente con alcuni autori di riferimento (Bourdieu, Goffman, Hacking, Ginzburg, Freud, Elster e Garfinkel), il volume prova a rielaborare i fondamenti della tematica della “latenza”, ponendovi al centro il concetto di dimensione latente dell’agire sociale: la discrepanza tra ciò che il soggetto dell’azione ritiene che la sua azione sia e ciò che quella sua stessa azione si rivela essere concretamente.

Edizione a stampa

25,00

Pagine: 212

ISBN: 9788891771926

Edizione: 1a edizione 2018

Codice editore: 1315.27

Disponibilità: Buona

Pagine: 212

ISBN: 9788891775931

Edizione:1a edizione 2018

Codice editore: 1315.27

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Pagine: 212

ISBN: 9788891775948

Edizione:1a edizione 2018

Codice editore: 1315.27

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: ePub con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Ossessione ricorrente nell'opera di Robert K. Merton, la tematica della "latenza" ha rappresentato un terreno di riflessione elettivo su cui il pensiero sociologico ha spesso misurato capacità e limiti della propria immaginazione e della propria originalità. Dialogando criticamente con un ristretto numero di autori di riferimento (Bourdieu, Goffman, Hacking, Ginzburg, Freud, Elster e Garfinkel), il volume prova a rielaborare i fondamenti stessi di tale tematica, ponendovi al centro il concetto di dimensione latente dell'agire sociale: la discrepanza tra ciò che il soggetto dell'azione ritiene che la sua azione sia (e quindi gli elementi da cui egli pensa che essa sia formata) e ciò che quella sua stessa azione si rivela essere concretamente (di fatto, nelle sue conseguenze, a-tutti-gli-effetti occorsi nella pratica). Fondata su una sottovalutazione del peso del proprio agire da parte dell'agente, tale dimensione e` formata da tutti quegli elementi che erano, si`, presenti nell'azione materialmente attuata, ma che esistenzialmente (nella testa degli attori e nel contesto in cui si muovevano) erano ai margini della stessa, quando non ignorati del tutto. Sulla scorta di questo concetto inedito, i capitoli del libro sviluppano alcuni dei nodi principali a cui poter ancorare una versione rinnovata della teoria dell'azione sociale: l'identità mutevole degli eventi passati; il rapporto consequenziale tra passionalità e riflessività dell'agire; il senso comune e le routine quotidiane inavvertite; il ruolo di indizi, minuzie e di ciò che si presenta come apparentemente banale; la funzione analitica delle nozioni di aggregazione e meccanismo; le potenzialità inesplorate delle tecniche qualitative; il singolare passaggio dall'inconsapevolezza alla volontarietà di effetti e valutazioni.

Lorenzo Sabetta ha conseguito il dottorato di ricerca in Metodologia delle scienze sociali alla Sapienza Università di Roma ed è attualmente ricercatore postdoc presso il Dipartimento di Sociologia della University of Missouri/Columbia. Vincitore del premio AIS Giovani Sociologi nel 2016, ha curato l'edizione italiana di alcuni testi di sociologia americana (Brekhus, Merton). Fra le sue pubblicazioni più recenti: Basta che funzioni? Note su Big Data e teoria sociologica (2018); Interpreting life sociologically: the cases of Merton and Bourdieu (2018, con C. Lombardo).

Introduzione
L'indeterminatezza dell'azione. Circoscrivere il lavoro a partire da una riflessione di Ian Hacking
("Nulla cambia più rapidamente dell'immutabile passato; Un dibattito, molti dibattiti; Gli aspetti "a-tutti-gli-effetti-più-significativi" di un'azione; Il carattere spropositato dell'azione sociale e lo spazio della dimensione latente)
Una certa idea dell'azione sociale: Merton, Bourdieu e le teorie della pratica
(In pratica. Relazioni, obblighi, urgenze, coinvolgimento; L'azione in azione e il suo studio: un rapporto consequenziale; Le ragioni di una critica in comune; Il rapporto Merton/Bourdieu come autoesemplificazione dell'oggettivazione dei soggetti oggettivanti (o, il ruolo non demiurgico del sociologo); Il ruolo della teoria nella dialettica tra soggettività e oggettività)
Routine, senso comune, etnometodi: sociologie dell'inavvertito
(Dare per scontato il "dato-per-scontato"; "Senso comune" e "vita quotidiana" come concetti specialistici; Il concetto di etnometodo è un etnometodo?; La rarità dello straniamento e lo sguardo etic dell'etnometodologia; Implicazioni di una sociologia dell'implicito; Quali modelli interpretativi? Criteri di (in)adeguatezza)
Dalle funzioni latenti al paradigma indiziario: un modello interpretativo "in contropelo"
(Ancora su oggettività e soggettività nell'azione sociale: Merton e la "lucidità dell'approccio funzionale; Involontarietà e consapevolezza, effetti e cause; La logica procedurale di Scienza, tecnologia e società nell'Inghilterra del XVII secolo e i suoi presupposti; Indicatori involontari. La strategia del "paradigma indiziario"; L'enigma non dà chiarimenti su se stesso)
Connessioni opache. La dimensione latente dell'azione tra meccanismi, scatole nere e puzzle
(Quando i fenomeni sociali sono un rompicapo; Inintenzionalità senza aggregazione; Il "primato analitico delle conseguenze": la dimensione latente come valorizzazione della specificità della teoria dell'azione sociale)
Tecniche qualitative e dimensione latente: una connessione controintuitiva
(Tecniche qualitative e soggettivismo: una connessione intuitiva; Tradirsi, rivelarsi, esporsi; Talk is Cheap: nuove direzioni nella ricerca etnografica statunitense contemporanea; Le tecniche qualitative e l'estensione dell'esposizione)
La transizione dal latente al manifesto: effetti inintenzionali come obiettivi
(Scopi improponibili. Il fascino discreto dell'inconsapevolezza nell'agire sociale; Classificare, regolamentare, incentivare. I criteri che si auto-invalidano; Intenzioni e conseguenze, convinzioni e responsabilità. La transizione latente/manifesto e l'uso strumentale dell'espressività; Da segni a segnali: excursus sulla "teoria della segnalazione")
Riflessioni conclusive
Riferimenti bibliografici.

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