Morfologia urbana e linguaggio nell'opera di Gianfranco Caniggia

Matteo Ieva

Morfologia urbana e linguaggio nell'opera di Gianfranco Caniggia

Questi scritti offrono un quadro parziale dell’opera di Gianfranco Caniggia che giunge a integrare le precedenti iniziative, trattate in prevalenza da studiosi della stessa Scuola, con lo scopo di aprire un punto di vista parallelo sulla figura dell’architetto romano, questa volta ricercato con l’interesse a stabilire un confronto tra le concezioni di metodo e gli esiti progettuali dei principali artefici degli anni in cui ha operato.

Edizione a stampa

33,00

Pagine: 268

ISBN: 9788835108214

Edizione: 1a edizione 2020

Codice editore: 1098.2.62

Disponibilità: Discreta

Pagine: 268

ISBN: 9788835123705

Edizione:1a edizione 2020

Codice editore: 1098.2.62

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Pagine: 268

ISBN: 9788835123712

Edizione:1a edizione 2020

Codice editore: 1098.2.62

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Possibilità di copia: No

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Formato: ePub con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

"La figura di Gianfranco Caniggia si iscrive nella tradizione dei grandi teorici del Novecento. Appartiene a quella schiera non molto folta di personalità che hanno dato un grande contributo cambiando l'idea che noi abbiamo dell'architettura.
Caniggia ha saputo unire teoria e pratica dell'architettura, quindi non ha mai accettato la separazione di queste due anime e tutta la sua vita si è svolta sotto il segno di questa congiunzione magica fra ricerca teorico-pragmatica e poi applicazione nel concreto del territorio della città.
Altro aspetto fondamentale riguarda il suo insegnamento, quindi la scuola che lui ha creato e poi il fatto di aver vissuto il suo impegno con un esercizio critico autonomo pure correlato ad altre esperienze. È una figura unica perché è riuscita a conquistare, a guadagnare la sua estrema riconoscibilità al limite dell'inflessibilità concettuale; quindi mancanza di compromessi. Eppure è stato sempre in grado di recepire quelle che erano le ragioni delle controparti che vengono poi molto attentamente calibrate e metabolizzate nel suo stesso pensiero.
Il Caniggia che affrontiamo oggi probabilmente è un Caniggia che egli stesso non riconoscerebbe, ma in cui riconoscerebbe sé stesso in evoluzione. Il suo è un lascito complesso, fondamentale." Franco Purini

Questi scritti offrono un quadro parziale dell'opera di Gianfranco Caniggia che giunge ad integrare le precedenti iniziative, trattate in prevalenza da studiosi della stessa Scuola, con lo scopo di aprire un punto di vista parallelo sulla figura dell'architetto romano, questa volta ricercato con l'interesse a stabilire un confronto tra le concezioni di metodo e gli esiti progettuali dei principali artefici degli anni in cui ha operato.
L'orizzonte di ricerca critica caniggiana, non sempre intenzionalmente prossimo ai principi dell'ortodossia muratoriana perché trasversale e vicina ad altre correnti di pensiero, si fonda su un cogito problematico che tratta il tema dell'infuturarsi - come idea "gettata" e previsione di mutazione della realtà - in modo originale e, soprattutto, coerente alle premesse di metodo da cui muove. Che esprimono un profondo interesse verso la ricerca del concetto di lingua architettonica - propria del costruito di un luogo -, spiegata col ricorso a un fondamento logico e razionale postulante il "valore" della continuità, in cui, pur considerando l'artefice come l'ideatore di una modificazione, la sua azione cogitativa deve esprimersi per mezzo di una parole, riguardata nell'ambito di un contesto comunitario e generale, favorita da un parlato collettivo di cui riconosce la struttura linguistica. Quindi, una concezione dell'architettura che accetta la prerogativa del dato storico come portato necessario del progetto.
Nel confronto con le altre scuole di pensiero e, in particolare, con Aldo Rossi, si coglie una singolare prospettiva di ricerca comune su molti temi, alcuni dei quali tesi ad indagare nel costruito esistente i caratteri "permanenti" che danno prova delle mutazioni apportate dalle differenti culture. Entrambi studiano con rigore i tipi edilizi, la forma urbana come struttura, il linguaggio desaussurianamente inteso come ricerca "moderna" della langue propria di una cultura quale premessa necessaria all'azione critica del progetto.

Matteo Ieva, Architetto, è docente di Progettazione Architettonica e Urbana presso il Politecnico di Bari, segretario dell'ISUFitaly e coeditor della rivista U+D urbanform and design. Già allievo di Gianfranco Caniggia, ha collaborato alla didattica dei corsi di Giuseppe Strappa. Ha partecipato a convegni nazionali e internazionali e a concorsi di progettazione ricevendo significativi premi e riconoscimenti. Svolge da tempo attività di ricerca sui temi della morfologia e della fenomenica urbana, ambiti di interesse su cui si è concentrata anche l'attività progettuale, didattica e professionale. Tra le pubblicazioni recenti, si segnala la monografia Architettura come lingua. Processo e progetto, FrancoAngeli.

Giuseppe Strappa, Presentazione
Introduzione
Pensiero vs metodo. Conoscimento di una teoria
(Breve inquadramento sulla formazione di architetto; La costruzione dei principi alla base del metodo; La visione strutturalista, le nozioni di organismo e tipo e la criticità verso alcuni postulati moderni; Dialettica del rapporto lettura/progetto; La ricerca e la didattica; Il progetto come previsione di mutazione futura; Il contributo allo studio della morfologia urbana)
Il rapporto con le altre scuole di pensiero. Il confronto con Aldo Rossi e la critica operante alle teorie sulla morfologia urbana
Per una interpretazione del significato di progetto nelle opere di Caniggia. La ricerca di regole per un linguaggio come "parole"
(Il progetto di tessuto; Il progetto del tipo speciale; Il progetto di restauro e il progetto urbanistico; Il concorso per l'ampliamento della sede della Facoltà di Architettura di Roma)
Conclusioni
Appendice
(Accademia di San Luca "Dieci anni dalla scomparsa di Gianfranco Caniggia". Roma, novembre 1997. Relatori: Paolo Marconi, Pier Luigi Cervellati, Gian Luigi Maffei, Paolo Portoghesi; Facoltà di Architettura Valle Giulia e Accademia di San Luca "Gianfranco Caniggia, architetto romano". Roma, 9-10 maggio 2008. Sintesi a cura di Giuseppe Strappa Sintesi dell'esperienza didattica negli Anni Accademici 1981-82, 1982-83)
Luigi Franciosini, Postfazione. Il lascito operante di Gianfranco Caniggia
Bibliografia essenziale
Fonte delle illustrazioni
Indice dei nomi.

Contributi: Luigi Franciosini, Giuseppe Strappa

Collana: Nuova Serie di Architettura

Argomenti: Progettazione architettonica e urbana

Livello: Studi, ricerche

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