Un elemento a va sempre più dibattito architettonico di questi anni: la città costruita come tema centrale delle politiche e delle tecniche di intervento, intendendo per città costruita tutta la città, tutto il territorio urbano, dal centro storico alla periferia.
Per far fronte ad una situazione di questo tipo esiste il riconoscimento, largamente diffuso, che occorra bloccare, o quantomeno fortemente limitare, lo sviluppo quantitativo dell'aggregato urbano, favorire lo sviluppo qualitativo della città già costruita e, conseguentemente, indirizzare in tal senso le scelte di politica urbanistica (o forse per meglio dire, di politica urbana) ed elaborare nuovi strumenti teorici e tecnici adeguati al problemi della trasformazione. A questo punto però si manifestano divergenze di fondo relative agli obiettivi, ai caratteri, alla forma, agli strumenti della trasformazione. Le risposte so no più di una. Al di là delle sfumature, si possono individuare due tendenze principali che potremmo chiamare della "trasformazione conservativa" e della <
L'approdo di entrambe le posizioni prese in esame appare a questo punto e per questi aspetti, ugualmente insoddisfacente. Un contributo viene proposto dalle esperienze che in questi ultimi anni si stanno effettuando in alcune città con metodologie, obiettivi, strumenti anche diversi.