Un ampio e condiviso consenso verso le filosofie e le regole introdotte dal Protocollo del luglio '93: elemento di successo di una politica di risanamento del Paese che, avviata sin dai primi anni Novanta con gli accordi del dicembre 1991 e del luglio 1992, ha prodotto innegabili risultati positivi soprattutto sotto il profilo del sostegno dell'economia e della sistematizzazione dell'impianto di relazioni industriali. È questo in sintesi il messaggio rilanciato nel volume in linea con gli orientamenti espressi dal dibattito generale.
Gli obiettivi in termini di stabilità monetaria, di contenimento dell'inflazione - fondamentali per l'entrata nella moneta unica - sono infatti correlabili anche al buon funzionamento del sistema concertativo, alla politica di moderazione salariale, ed in generale all'affermazione di un principio di compatibilità tra contrattazione e condizioni economiche generali che il Protocollo di luglio ha senza dubbio favorito.
Non una revisione totale, dunque, ma una verifica nel segno della continuità viene proposta dagli Autori che, sotto i diversi profili, hanno suggerito degli spunti per una riforma. Emerge un orientamento volto, da un lato, alla valorizzazione delle tematiche del Protocollo, rimaste sino ad oggi in ombra - occupazione, flessibilità del lavoro, formazione continua e riqualificazione professionale in relazione alle quali solo recentemente sono stati realizzati i primi interventi a livello legislativo, e dall'altro, al consolidamento della contrattazione decentrata sotto il duplice profilo temporale e dei contenuti.