Quanto della teoria politica della (e sulla) rivoluzione scritta negli ultimi decenni resisterà al vento travolgente degli avvenimenti del più recente Ottantanove? Per alcuni anni eravamo stati intenti a prepararci alle celebrazioni dell'Ottantanove della Rivoluzione francese - quella che più di ogni altra ci appariva come il simbolo di entrambe le accezioni della parola (come movimento e come mutamento); ma le imprevedibili e - siamo onesti: impreviste - modificazioni che hanno contraddistinto il 1989 ci costringono a chiederci davvero se la teoria politica non debba ora ripensarsi. La raccolta di saggi che segue - non possiamo certo suggerire che siano stati scritti per l'occasione: essi erano tutti pronti prima dell'autunno euro-occidentale - va incontro alla sfida che gli eventi ci impongono: saprà la teoria politica essere all'altezza dell'immensità dei problemi attuali?

In questo volume ci siamo sforzati di avvicinarci all'idea di rivoluzione affrontandone i momenti storici più significativi, non senza aver dapprima intrapreso una riflessione teorico-sistematica (Bobbio, Revelli) e una storico-definitoria (Bertelli, Bovero).

Alcuni capitoli sono dunque dedicati effettivamente al grande bicentenario della Rivoluzione francese (Bodei, Bonanate, Panella); altri due alla grande riflessione filosofica e ideologica dell'Ottocento (Dellavalle, Pianciola); un saggio riguarda la preistoria di quella rivoluzione oggi così « decaduta » che è la Rivoluzione d'ottobre (Fehér); e un altro (Manconi) affronta l'analisi dei possibili modelli attraverso i quali potremmo forse assistere a mutamenti senza rivoluzione realizzati dai movimenti collettivi. Il carteggio Bobbio-Anderson (ai quali va associato il saggio di Geras, una sorta di campo di dibattito per i due interlocutori, ma anche un invito alla riflessione sul rapporto tra rivoluzione e morale), infine, riprende e illumina tutti questi aspetti nel suo interrogativo di fondo sul futuro del socialismo, o meglio sulla possibilità di una democrazia socialista.