Storiografia e letteratura ci hanno tramandato l'immagine di un Sud leggendario ma economicamente arretrato, popolato da piantatori, bianchi e poverissimi schiavi.
La storiografia più recente ha confutato quest'interpretazione, pur continuando a concentrare gran parte della sua attenzione sul settore agricolo. Ma il Sud era anche un altro.
Questo lavoro intende presentare appunto l'altra faccia del Sud, abitata da businessman e industriali, artigiani e lavoratori di fabbrica, donne e immigrati. Una regione, insomma, che, pur mantenendo l'istituzione schiavista, presentava rilevanti affinità economiche e socio culturali con il resto della nazione. Imprenditori e uomini d'affari meridionali pensavano ed agivano in maniera sostanzialmente simile a quella delle loro controparti nordiste. I bianchi delle classi subalterne, ugualmente attirati nell'orbita della rivoluzione industriale, nei due o tre decenni precedenti alla guerra civile si trovarono ad affrontare gli stessi problemi di ridefinizione della loro identità economica e sociale delle classi lavoratrici del Nord.
L'immigrazione dall'Europa, per quanto numericamente inferiore rispetto al Nord, contribuì ad incrementare l'ordine sociale fondato sulla schiavitù, aprendo la via all'organizzazione delle prime unioni operale. I conflitti e le contraddizioni generati dalla persistenza dell'istituzione schiavista in una società determinata ad attuare il proprio rinnovamento economico e sociale, confermano il ruolo chiave del Sud per comprendere alcuni fra gli aspetti più spinosi e controversi della cultura americana, ieri come oggi.
Susanna Delfino è nata a Savona nel 1949. t ricercatrice di storia delle Americhe nella Facoltà di scienze politiche dell'Università di Genova ed ha pubblicato vari saggi, sia in Italia che all'estero, su tematiche relative alla storia sociale ed economica degli Stati Uniti nel diciannovesimo secolo.