E' lecito parlare di una Roma futurista? 0 vuol dire solo applicare meccanicamente alla città una formula convenzionalmente adottata per definire i futurismi « locali »? Ripercorrendo le vicende dei periodici d'avanguardia pubblicati a Roma fra la prima guerra mondiale e la fine degli anni Venti, vengono rintracciate le linee di un lavoro originale che, all'interno di un denominatore comune rappresentato dal Futurismo, si esprime in poetiche diverse e che ruota attorno a personaggi-chiave quali Balla, Depero e Prampolini. Il titolo del libro si richiama però all'idea di una Roma futurista non solo riferendosi all'originalità della ricerca ambientale, scenografica e teatrale del Futurismo romano, ma anche alludendo a quel fervore innovativo e sperimentale che, presente fin dal 1915-16, esplode nel dopoguerra quando sullo sfondo dell'eclettismo di Anton Giulio Bragaglia si intrecciano ortodossia futurista, ricerche metafisiche, correnti dadaiste e predadaiste.
Pensato come uno strumento per ulteriori studi sull'avanguardismo romano, il volume presenta gli indici di 14 fra i periodici più significativi usciti in quella stagione, oggi in gran parte rari o introvabili. Si va dall'eclettica Cronache d'Attualità di Bragaglia alla ortodossa Dinamo, alla diciannovista Roma Futurista, alla prampoliniana Noi fino ai fogli dell'inquieto avanguardismo giovanile della seconda metà degli anni Venti, all'immaginista La Ruota dentata e alle novecentiste L'Interplanetario e 2000.
Elisabetta Mondello (Roma, 1952) è ricercatrice di storia della letteratura italiana moderna e contemporanea nell'Università di Roma « La Sapienza ». Collaboratrice di riviste e quotidiani, ha pubblicato i volumi Gli anni delle riviste. Le riviste letterarie dal 1945 agli anni Ottanta (Milella, 1985) e La nuova italiana. La donna nella stampa e nella cultura del Ventennio (Editori Riuniti, 198 7).