In tutta l'Europa, ma anche nel resto del mondo, è in atto un profondo ripensamento da parte dei governi e dell'opinione pubblica sul settore pubblico dell'economia. Nel Regno Unito la privatizzazione ha preso rapidamente piede fin dal 1979. In Francia un vasto programma di nazionalizzazioni, avviato nel 1982 dal governo socialista, è stato seguito dopo pochi anni, con pari decisioni, da un processo di riprivatizzazione ancor più rapido che nel Regno Unito. Anche in Italia le più grandi imprese statali, l'Iri e l'Eni, stanno procedendo a un processo di riorganizzazione e ristrutturazione dei rispettivi gruppi, sia vendendo ai privati proprie imprese (ne è un esempio importante il caso dell'Alfa Romeo passata alla Fiat nel 1987), sia cedendo quote di partecipazione in alcune delle proprie consociate.

Se in altri paesi europei l'approccio alla privatizzazione sembra essere più prudente, in tutti sta però modificandosi l'assetto istituzionale delle imprese pubbliche e i loro rapporti con i governi, nel senso di una maggiore autonomia e di una più accentuata adesione ai criteri economici che regolano il mercato. Comunque l'evoluzione del settore pubblico dell'economia, che è parte consistente della struttura economica del vecchio continente, ha importanti riflessi anche sul piano internazionale, perché molte delle più grandi imprese pubbliche hanno interessi e operano in tutto il mondo, spesso con le più avanzate formule del capitalismo moderno.

Questo libro, frutto della collaborazione con studiosi di nove paesi europei, presenta un ampio panorama di tale evoluzione, sia sotto il profilo dello status giuridico e dei rapporti con i governi, i parlamenti e gli organismi sociali, sia sotto l'aspetto della struttura organizzativa: dalle relazioni industriali al personale, dalle politiche finanziarie e commerciali ai rapporti con i consumatori e il mercato.