Che ne è dell'adolescenza? Schiacciata da due vicini tanto invadenti quali l'infanzia e la giovinezza, ridotto a punto di passaggio o prolungato indefinitamente, questo periodo fondamentale della vita di ognuno ha cessato di essere oggetto d'una qualche elaborazione pedagogici. Tanto che venga soppresso esplicitamente o considerata soltanto nei suoi aspetti cognitivi dalla cultura laica, quanto che sia sublimato come acquisizione di valori e di ideali da quella cattolica, l'adolescenza risulta infatti sempre più rimossa e frantumata.

A questa latenza, che è anzitutto di natura erotica e temporale, fanno riscontra non pochi problemi che toccano direttamente gli interventi formativi e l'agire sociale nel suo complesso.

la ricerca presente ha studiato, sullo sfondo d'una ipotesi siffatta, l'immagine che hanno gli adulti degli adolescenti di oggi, ed il trattamento che riservano loro in varie agenzie educative, dalla scuola alla formazione professionale, dai centri di tempo libero agli oratori e ai gruppi scout, dagli istituti assistenziali ai servizi di comunità e alle famiglie affidatarie.

Un centinaio di insegnanti e operatori intervistati in profondità in tutte le province della regione lombardo, un migliaio di episodi registrati quotidianamente con un originale strumento di testimonianza narrativa, più di duemila adolescenti considerati come ambito di riferimento, costituiscono il campo materiale d'una indagine ricca di analisi e di suggestioni. Il carattere proiettivo e confusivo dei modelli di comprensione cui ricorrono gli educatori per entrare in relazione coi i ragazzi, l'incongruenza e l'eterogeneità dei dispositivo di azione posti in atto nelle diverse sedi formativi, ne risultano i tratti emergenti più inquietanti e sollecitanti.