Il management per paradossi

Richard Farson

Il management per paradossi

Modelli di leadership per il XXI secolo

Nessun dirigente può restare indifferente. Farson non si limita a riferire le sue esperienze: regala saggezza. Si resta affascinati, incuriositi, divertiti. E anche scandalizzati.

Edizione a stampa

14,50

Pagine: 128

ISBN: 9788846410665

Edizione: 1a ristampa 2008, 4a edizione 2000

Codice editore: 1481.33

Disponibilità: Fuori catalogo

Dopo aver individuato nel corso degli ultimi anni le aree e i principi fondamentali del management, sempre più spesso la letteratura al riguardo sembra fornire metodi e soluzioni infarcite di facili formulette, di slogan accattivanti e di ricette improvvisate.

Nel mondo del lavoro, come nella vita, del resto, raramente il comportamento umano è prevedibile, e quindi i dilemmi della gestione economica e delle relazioni interpersonali non si prestano a trucchetti ed a trovate semplicistiche. In questo libro, Richard Farson, psicologo, educatore ma anche capo d'azienda per anni, esamina i paradossi del management con lo scopo dichiarato di sfidare i luoghi comuni e l'opinione prevalente e d'incoraggiare i dirigenti a rivedere i presupposti teorici della loro professione.

Giunto al termine, il lettore avrà una visione delle organizzazioni e delle relazioni umane del tutto differente da quella convenzionale. Attraverso l'esame di situazioni paradossali tipiche della comunicazione, della leadership e in genere del management, Farson dimostra l'importanza e l'utilità di guardare con occhi nuovi ai principi e ai compiti del management, e illustra una serie di strumenti utili per affrontare i numerosi e sconcertanti problemi della vita aziendale.

I dirigenti del XXI secolo d'ogni livello scopriranno così, sorpresi ma anche divertiti, verità tanto paradossali quanto indiscutibili ed istruttive, e saranno guidati ad affrontare la complessità delle situazioni di management non con esteriori tecniche semplicistiche tese ad ingannare o manipolare, ma con conoscenza di causa, comprensione per gli altri ed efficacia. Si spiega così l'enorme successo ottenuto negli Stati Uniti da questo libro, un successo confermato dai giudizi positivi di numerosi personaggi del mondo del management, a cominciare dal guru Tom Peters, che pure, come scoprirete, meno d'ogni altro avrebbe motivo d'esserne soddisfatto.

Nessun dirigente, comunque, può restare indifferente alla lettura de Il management per paradossi, che molto probabilmente provocherà in molti le stesse reazioni denunciate nella prefazione dal famoso scrittore Michael Crichton: "M'irritava. Mi provocava. Annuivo, sorridevo, scuotevo il capo... [Farson] non si limita a riferire le sue esperienze: ci regala saggezza. Adesso tocca a voi essere affascinati, incuriositi, divertiti. E anche scandalizzati".

Richard Farson psicologo e educatore, è presidente dell'International Design Conference di Aspen. Ha collaborato col noto psicologo Carl Rogers a numerosi progetti scientifici, fra cui il documentario Journey into Self, vincitore d'un premio Oscar.

Roberto Panzarani, Prefazione all'edizione italiana
Accettare il paradosso e l'assurdo
(Nella direzione sbagliata; Qualche definizione; Alla ricerca del paradossale)
Un modo differente di pensare
(Di ogni verità è vero anche il contrario; Niente è più invisibile dell'ovvio)
La "tecnologia" delle relazioni umane
(Più una relazione è importante meno contano le tecniche; Quando avete trovato una tecnica di management che funziona, dimenticatela; Dirigere non vuol dire comandare; La maggior parte dei problemi non sono problemi; I guai della tecnologia; Crediamo d'avere inventato la tecnologia ma anche la tecnologia ha inventato noi)
I paradossi della comunicazione
(Più comunichiamo, meno comunichiamo; Nella comunicazione la forma è più importante del contenuto; Ascoltare è difficile; Le lodi non motivano)
La politica di management
(Ogni atto è politico; La migliore risorsa per risolvere un problema è la persona o il gruppo che lo crea)
I guai delle organizzazioni
(Le organizzazioni più bisognose d'aiuto sono quelle cui serve meno; Gli individui sono quasi indistruttibili; le organizzazioni sono fragili; Meglio vanno le cose meno siamo soddisfatti)
I dilemmi del cambiamento
(Crediamo di desiderare la creatività e il cambiamento ma non è vero; Non desideriamo ciò che ci manca ma ciò che abbiamo; Cambiare tutto è più facile che cambiare qualcosa; Impariamo non dai nostri errori ma dai nostri successi e dagli errori degli altri; Funzionano tutte, ma nessuna funziona; Per cambiare davvero, la pianificazione non serve; Le organizzazioni cambiano soprattutto dopo una crisi; La gente va bene così)
L'estetica della leadership
(Pregi-difetti e difetti-pregi; Con la produttività il morale non c'entra; Non esistono i leader, esiste soltanto la leadership; Più un leader è tecnicamente esperto, più crede nell'intuito; I leader non si possono formare, ma educare sì; Nel management il vero professionista è un dilettante)
Adesso tocca a voi
(Le uniche cause per cui vale la pena di battersi sono quelle perse; Il mio consiglio è di non seguire i miei consigli).

Collana: La società industriale e post-industriale

Argomenti: Principi di organizzazione - Leadership, coaching

Livello: Testi advanced per professional

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