L'ingresso in Europa è un dato ormai acquisito, eppure molto è ancora da fare. In occasione degli incontri del Mese del sociale 1998, il Censis ha voluto fermarsi a riflettere sulle "priorità dell'Eurocompetizione".
Il primo tema affrontato è il lavoro, riguardo al quale occorre innanzitutto eliminare alcuni persistenti luoghi comuni, come quelli sul suo costo elevato e sull'alto livello di sindacalizzazione. Come reagirà all'ingresso in Europa il modello "individualistico" del nostro mercato? Tutto sembra suggerire che, anche nell'immediato futuro, il lavoro sarà sempre più autonomo, sempre più atipico e crescerà solo per piccole nicchie.
Il secondo tema sono le nostre città. Quali hanno la capacità di guadagnarsi un ruolo di prestigio in Europa? Tensioni urbane, autonomie funzionali a livello locale, federalismo, sono tutte istanze, infatti, che nel nuovo contesto transnazionale potrebbero assumere connotati imprevisti. Ma la velocità con cui si va sviluppando l'Eurocompetizione porta alla luce anche altri rischi. Per quanto riguarda la logistica, terzo argomento affrontato, al disagio tutto italiano per i gravi ritardi infrastrutturali, stanno per sommarsi le esigenze di natura europea: sarà dunque doppiamente necessario individuare politiche mirate.
Ultimo problema è quello che coinvolge i giovani. Proprio quella generazione che sarà adulta nell'Europa unita, privata di troppe opportunità sociali - e non solo - che ai coetanei europei sono state date, rischia di non essere competitiva, nonostante condivida i valori principali di tutti gli young european.