A partire da metà Ottocento, l'intensificazione e l'istituzionalizzazione dei contatti internazionali favorì l'orientamento comparativo della vita culturale russa. Scomparsa la tradizionale contrapposizione tra "Russia e Occidente", e emersa una più moderna attenzione alle specificità dei vari casi nazionali, i modelli stranieri e le immagini a essi collegate agirono in profondità sul pensiero sociale. Nella Russia otto-novecentesca, le peculiarità delle varie tipologie nazionali vennero selezionate in un processo di rielaborazione estremamente vivace, che finì per argomentare i più diversi dibattiti ideologici e sostanziare non pochi scontri politici.
Con l'avvento del regime sovietico, la lotta per la concettualizzazione delle realtà nazionali esterne assunse forme diverse, ma conservò forza e rilevanza.
Questo è il punto di vista dal quale studiosi di diverse formazioni e di diversi indirizzi di ricerca affrontano qui la storia del pensiero politico e della vita culturale russi di quegli anni. Pur conservando una sostanziale unità interna, i temi affrontati coprono differenti settori di studio: dalla ricezione russa del pensiero statistico europeo all'interpretazione dell'economia di guerra tedesca, dalla tradizione politica inglese nel pensiero liberale russo all'uso del caso italiano nei dibattiti della socialdemocrazia dell'Impero, dall'immagine degli Stati Uniti nei fondatori del populismo alle rappresentazioni delle "vie" nazionali nel bolscevismo, dall'importanza dell'esempio occidentale nei primi dibattiti sulla comune rurale russa alle rappresentazioni dell'Occidente di epoca staliniana.