Questo libro parla di ciò che vediamo quotidianamente. Il cinema che propone modelli di vita, la moda che ci induce ad assumere abbigliamenti e atteggiamenti, la pubblicità che per farci acquistare un prodotto simula e crea universi perfetti. Sono tutte costruzioni visive, 'oggetti' percettivi che stimolano la nostra immaginazione. Il fattore primo che le unisce è rappresentato proprio dall'elemento visuale, reso in forma invitante, per essere partecipato e condiviso.
Utilizzando categorie e metodologie psicologiche e sociologiche, quest'opera vuole mostrare - e per certuni aspetti dimostrare - come questi settori dell' industria dello spettacolo , o per taluni dell'effimero, trovino connessione e incidenza sull'identità sociale.
Vuole anche cercare di comprendere i motivi che a volte ci inducono a persuaderci dell'efficacia di un certo modello, e relativi oggetti, che viene confezionato e proposto, mentre altre volte no.
Infine, poiché viviamo in un agglomerato di 'cose viste', visitate e selezionate soprattutto con lo sguardo - in una quantità straordinaria, densa e impensabile solo pochi decenni or sono - il testo vuole tentare di capire in quale modo si formi l'immagine sociale a cui aderiamo e in quale misura questa costruzione sia un effetto di derivazione 'naturale' o, invece, sia 'indotto' dai media.
I temi affrontati dal testo sono commentati attraverso riscontri particolarmente interessanti, non privi di curiosità, e fruibili da un pubblico non solo di esperti, ma anche di persone che vogliono avvicinarsi a quell'estetica del quotidiano che tanto chiama in causa i nostri comportamenti e molte nostre scelte, consapevoli e inconsapevoli.
Enzo Kermol è docente di Psicologia di gruppo e di Psicologia della formazione; dirige il corso di perfezionamento in Comunicazione pubblica e d'impresa alla Facoltà di Scienze della formazione dell'Università degli Studi di Trieste.