Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo

A cura di: Gian Biagio Furiozzi

Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo

Edizione a stampa

21,00

Pagine: 128

ISBN: 9788846429940

Edizione: 1a edizione 2001

Codice editore: 914.2

Disponibilità: Discreta

Come Carlo Rosselli, anche Aldo Capitini aspirava ad una fusione di socialismo e liberalismo. Entrambi escludevano che si potesse parlare, riguardo alla loro impostazione, di una "giustapposizione" pura e semplice dei due termini.

Aldo Capitini, a differenza di Guido Calogero, non aderì al Partito d'Azione, poiché il liberalsocialismo non doveva essere visto tanto come un partito o un programma esclusivo, quanto come un "atteggiamento dell'animo"; non soltanto un orientamento per la soluzione dei problemi politici e sociali, ma il passaggio verso una soluzione religiosa.

Sia Rosselli che Capitini e Calogero erano convinti che gli uomini e la società vengono prima dello Stato e che i diritti umani sono superiori ai diritti degli Stati. Tutti e tre volevano la distruzione di tutto ciò che caratterizzava la vecchia Italia: il capitalismo oppressore, lo statalismo, il militarismo, l'organizzazione cattolica e quella monarchica, la servilità dei costumi e la superficialità di pensiero. In ogni caso, al di là di ogni divergenza, personaggi come loro dimostrano che, negli anni del "consenso" non tutti consentivano.

Riguardo a Capitini, definito da taluno "il Gandhi italiano", non molti anni orsono Norberto Bobbio ha osservato trattarsi di un autore che non era stato ancora completamente "decifrato". Un apporto utile in questa direzione può essere fornito da questo volume nel quale, ad alcuni contributi concernenti momenti e figure del socialismo liberale, seguono una serie di approfondimenti su vari aspetti del pensiero capitiniano: da quello politico a quello filosofico, da quello religioso a quello pedagogico. Da essi esce confermato il notevole spessore di un personaggio che, sempre più, si sta rivelando uno dei più originali e significativi esponenti della cultura italiana, e non solo italiana, del Novecento.

Gian Biagio Furiozzi è professore ordinario di Storia del Risorgimento nell'Università degli Studi di Perugia. Tra i suoi lavori segnaliamo: Sorel e l'Italia , Firenze, D'Anna, 1975; Il sindacalismo rivoluzionario italiano , Milano, Mursia, 1977; Dal Risorgimento all'Italia liberale , Napoli, Esi, 1997; Dal socialismo al fascismo , Napoli, Simone, 1998; con Ariane Landuyt (a cura di), Il modello laburista nell'Italia del Novecento , Milano, FrancoAngeli, 2001.

Gian Biagio Furiozzi , Premessa

Gian Biagio Furiozzi , Le origini del socialismo liberale in Europa

Salvo Mastellone , Carlo Rosselli e la rivoluzione liberale del socialismo

Valdo Spini , Da Carlo Rosselli a Piero Calamandrei

Lucio D'Angelo , Il pacifismo democratico in Umbria prima di Capitini

Alberto De Sanctis , Il problema del potere in Aldo Capitini

Angelo Di Carlo , L'idea di "apertura" in Aldo Capitini

Franco Bozzi , La società aperta tra Capitini e Popper

Mario Martini , I limiti della democrazia e l'aggiunta religiosa all'opposizione in Aldo Capitini

Giuseppe Moscati , Il liberosocialismo di Aldo Capitini.

Contributi: Franco Bozzi, Lucio D'Angelo, Alberto De Sanctis, Angelo Di Carlo, Morio Martini, Salvo Mastellone, Giuseppe Moscati, Valdo Spini

Collana: Europa Socialismo Democrazia

Argomenti: Storia politica e diplomatica - Storia dei sindacati, e del movimento operaio e cooperativo

Livello: Studi, ricerche

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