LIBRI DI LUCA GAETA

La ricerca ha estratto dal catalogo 22 titoli

Luca Gaeta

Urbanistica contrattuale

Criteri, esperienze, precauzioni

Le nostre città possono trarre vantaggi dall’urbanistica praticata in una forma contrattuale: non in deroga al piano, bensì come una prassi ordinaria, rendicontabile e regolata di governo del territorio. È dunque inaccettabile un atteggiamento distratto nei riguardi dell’urbanistica contrattuale. Il libro ne esamina i criteri di legittimità e opportunità attraverso esperienze condotte in città emiliane e lombarde.

cod. 330.8

L’articolo pone in questione l’utilità del dualismo tra spazio fisico e virtuale per la pianificazione spaziale. Facendo riferimento al concetto relazionale di spazio, si indaga se e come lo spazio cambi per effetto dei mezzi di comunicazione digitale che fanno parte integrante della nostra vita sociale, del funzionamento degli oggetti e della circolazione globale di informazioni e segni. L’indagine prende spunto dall’opera di Joshua Meyrowitz dedicata all’impatto dei media elettronici sul comportamento sociale. Dal suo concetto di fusione dei pubblici è ricavato il concetto complementare di fusione degli spazi, cioè una interpretazione dello spazio che abolisce il dualismo tra fisico e virtuale nella direzione di uno spazio ambivalente, le cui conseguenze sono rilevanti per la pianificazione spaziale dell’epoca digitale.

Luca Gaeta, Alice Pontiggia, Rossana Torri

La dimensione territoriale delle politiche per l’affitto: il caso del Rhodense

TERRITORIO

Fascicolo: 85 / 2018

L’equità della locazione abitativa è regolata in Italia dalla legge 431/98, che affida alle associazioni di inquilini e proprietari il compito di accordarsi sulle condizioni di reciproca convenienza dei contratti a canone concordato. Nel tempo si è consolidata la prassi di stipulare gli accordi locali a scala comunale, considerando ogni municipio come un mercato residenziale a sé stante. Ciò è particolarmente discutibile nei territori metropolitani, dove i valori immobiliari e le pratiche abitative non corrispondono ai confini comunali. Risulta quindi innovativo l’approccio seguito nel Rhodense, dove il rinnovo degli accordi è stato preceduto da uno studio territoriale affidato al Politecnico di Milano, utilizzato poi come riferimento per un accordo intercomunale. L’articolo discute il metodo e i risultati dello studio territoriale insieme ai vantaggi di un approccio intercomunale alla politica della casa.

L’articolo indaga il nesso tra pianta urbana ortogonale e potere politico democratico attraverso esempi antichi, moderni e contemporanei. La pianta urbana è interpretata come il medium di un messaggio politico trasparente nelle intenzioni dei suoi progettisti. Oggi il messaggio politico della pianta urbana è più difficile da trasmettere a causa del conflitto irrisolto tra una città che funziona per confini territoriali e una città allo stato nascente che funziona per reti digitali. Per superare in parte tale difficoltà, lo studioso dello spazio urbano contemporaneo dovrebbe recuperare la conoscenza degli effetti che nuovi mezzi di trasporto e di comunicazione hanno avuto sulla città: dalla scrittura alfabetica alla telefonia mobile. La versatilità della pianta ortogonale può ancora fare da supporto alla città del XXI secolo, purché si comprenda come cambia il suo messaggio nel mondo digitale.

Luca Gaeta

Questioni di metodo nello studio del confine

TERRITORIO

Fascicolo: 79 / 2016

confini non sono in procinto di perdere importanza, né di essere storicamente superati quale forma di ordinamento dello spazio. Tuttavia il confine non è l’oggetto privilegiato di alcuna scienza. L’articolo esamina tre questioni di metodo per affrontare lo studio interdisciplinare del confine. La prima questione riguarda il superamento del pregiudizio statocentrico che pervade il moderno studio dei confini. La seconda questione riguarda lo statuto dell’oggetto-confine, che andrebbe inteso come indifferentemente territoriale e sociale, cioè un amalgama di determinazioni spaziali e sociali. La terza questione, infine, riguarda l’atteggiamento geopolitico di uno studio che non ha puri fini conoscitivi, ma deve contribuire allo sviluppo di un sapere pratico. A questa condizione i confini si possono tracciare come progetti di emancipazione anziché di segregazione

Francesco Curci, Luca Gaeta

I giochi olimpici di Londra e la rigenerazione dell’East End

TERRITORIO

Fascicolo: 77 / 2016

Sin dalle fasi antecedenti la candidatura, i giochi olimpici di Londra 2012 sono stati connessi alla riqualificazione dell’East End. I britannici ne hanno fatto il propulsore di una strategia urbanistica redistributiva per migliorare le condizioni sociali e ambientali di alcuni tra i quartieri più disagiati della capitale. Per questo la progettazione del Queen Elizabeth Olympic Park, sede dei principali impianti e del villaggio degli atleti, è stata improntata alla legacy, cioè alla riconversione postolimpica di infrastrutture, edifici e spazi aperti. A tre anni dalla chiusura dei giochi la rigenerazione urbana procede nel senso previsto non senza adattamenti al mutato scenario economico e politico. Al di là degli esiti specifici, l’aver pianificato un grande evento entro il quadro degli obiettivi di sviluppo della città ospitante è una scelta corretta di governo del territorio

Luca Gaeta

Segni sulla pelle di un gigante

TERRITORIO

Fascicolo: 67 / 2013

If a ‘territory’ is defined as a geographical unit equipped with meaning and form, then borders hand down these material and symbolic units from one generation to the next with the same strength as toponyms, but not in the same way. Toponyms hand down memories in our speech, while borders hand them down in what we do. Administrative borders in particular constitute the main guidelines for many procedures concerning citizenship which are regulated by the ways in which a territory is divided in order to be governed. Since they last over time for as long as the social practices they encompass, borders tend to form layers, which generate unpredictable effects. This paper suggests that the least violent most reasonable way of transforming a ‘territory’ is not my drawing new borders, but through reuse and by changing the signification of the existing borders. Despite all the global rhetoric, a civilisation of borders is still today the most credible design for emancipation.

The precise boundaries of the supply chain for the production of housing for the middle classes in Milan during the boom years are not clearly defined. And yet its activity is of crucial importance to an understanding of the social and tangible forms of the middle class city. Construction companies constituted the key link in relations between land owners, clients, architects and end users of the asset that is a home. This paper offers a provisional picture which documents the firms most active in the sector, the prevailing operating practices and two businessmen who were interviewed. The conclusions identify two lines for further research into the middle class city: the role of non-professional mediators in the property market and the high concentration of up-market new housing construction within the ‘cerchia dei bastioni’ (inner part of the city).

Matteo Bolocan Goldstein, Luca Gaeta

Modelli e regole spaziali.

Liber amicorum per Luigi Mazza

Attraversando la ricca elaborazione di Luigi Mazza, il volume intende ripensare la teoria e le pratiche di pianificazione spaziale, riflettendo su temi quali il nesso tra tecnica e politica, o i modelli di regolazione del suolo sotto forma sia di sistemi giuridici di norme, sia di schemi spaziali. La postfazione di Mazza invita a dibattere su proposte di ricostruzione del sapere disciplinare formato da modelli e regole di ordinamento spaziale.

cod. 1588.40

Massimo Angrilli

L'urbanistica che cambia.

Rischi e valori. XV Conferenza Società Italiana degli Urbanisti

Attraverso i contributi di figure rilevanti dell’urbanistica italiana, la XV Conferenza della SIU ha affrontato il tema dei cambiamenti che interessano oggi le città italiane e che richiedono un profondo ripensamento delle politiche urbane e un più diretto coinvolgimento della società civile nel governo del territorio.

cod. 1862.171

Luca Gaeta

Potere e spazio nella Roma arcaica

TERRITORIO

Fascicolo: 47 / 2008

Power and space in archaic Rome - The relationship between urban and political power in archaic Rome shows that the stratification of three spatial devices for control prepared the way for the passage from the monarchy to the republic, from the virtue of blood to the impersonal nomos of the land. The study starts at the time of the proto-urban settlement by sifting elements relating to practices of spatial control connected with the development of political Roman institutions from accounts of traditions. Whether the archetypal past is always the present scene of decisions and gestures to which modern people return, or whether it is rather a theoretical place visited by researchers to experience sharper visions, in both cases the findings brought to light by the survey provide useful keys for interpreting spatial planning without the embarrassment of its weak scientific basis and is brought back to the practice of control exercised with lines and borders along conflicts between social groups.

Matteo Bolocan Goldstein, Giorgio Monaci

Cooperare per lo sviluppo.

Reti di attori e valorizzazione dei territori nel milanese

cod. 365.212