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Sguardi transdisciplinari sulla ricerca qualitativa
cod. 292.2.65
Nel presente contributo vengono discusse alcune spiegazioni dei comportamenti a rischio durante l’adolescenza che chiamano in causa il ruolo delle relazioni sociali (come fattore di rischio o di protezione) nell’ambito di diversi contesti di vita: la famiglia, il gruppo dei coetanei, il vicinato e la comunità. Si sottolinea l’importanza di dedicare maggiore attenzione all’analisi delle loro interconnessioni e allo studio di contesti tradizionalmente meno considerati come quelli della comunità, alla luce anche dei più recenti approcci alla prevenzione e promozione della salute nell’ambito della psicologia della salute di comunità.
La ricerca sul Senso di Comunità (Sense of Community, SoC) ha dimostrato la rilevanza di questo costrutto anche nello studio delle relazioni sociali in adolescenza. Relativamente pochi sono però gli strumenti disponibili per misurare il SoC in questa fase evolutiva. Le misure messe a punto su adulti hanno evidenziato vari problemi nelle loro applicazioni a soggetti adolescenti. L’obiettivo di questa ricerca era costruire una scala per misurare il SoC in adolescenza, che tenesse conto sia delle dimensioni teoriche del costrutto (Mc Millan e Chavis, 1986), sia delle modalità attraverso cui si articolano le percezioni della comunità in questa fase evolutiva. Lo strumento, frutto di una serie di ricerche preliminari quantitative e qualitative, è stato somministrato a 539 adolescenti, maschi e femmine, di età compresa fra 16 e 19 anni residenti in paesi di dimensioni medio-piccole dell’Emilia Romagna. I risultati delle analisi fattoriali hanno indicato la presenza di 7 dimensioni del SoC che corrispondono in buona parte a quelle teoriche anche se con alcune specificità. La sicurezza si conferma una dimensione distinta dal SoC. I ragazzi possiedono un senso di comunità superiore alle ragazze rispetto a varie dimensioni, mentre non emergono differenze in base all’età. La scala risulta infine correlata con alcune dimensioni del benessere, ed in particolare con la soddisfazione per la vita e il benessere sociale.
Lo scopo di questa ricerca è indagare i comportamenti stradali a rischio di 183 individui di età compresa fra 18 e 64 anni, in possesso della patente di guida. Si volevano verificare le differenze in base alle variabili socioanagrafiche (età, sesso) e le relazioni fra comportamenti pericolosi (misurati utilizzando il DBQ di Parker et al., 1995) e variabili psicosociali. I risultati confermano che gli uomini, e i giovani, sono più inclini a rischiare sia violando le norme del codice della strada, sia commettendo Errori di valutazione nel corso della guida. Le Violazioni volontarie risultano associate all’esperienza come conducente di veicoli, all’auto¬valutazione delle proprie abilità di guida, all’attrazione per la velocità e, solo fra le donne, alla preoccupazione di subire un incidente.
Le ricerche sui comportamenti sessuali a rischio in adolescenti e giovani si sono concentrate prevalentemente sugli studenti. Questa ricerca si è focalizzata su un campione di non studenti, con lo scopo di indagare i comportamenti precauzionali nei riguardi dell’HIV (uso del condom, intenzioni di usarlo in futuro) e le differenze in base all’età, al genere e all’esperienza sessuale. Si è analizzato anche il ruolo di alcune variabili nell’influenzare le strategie precauzionali: le conoscenze sull’HIV, la percezione del rischio di contagio, gli atteggiamenti verso il preservativo, le stime circa la sua diffusione fra coetanei ed amici, la frequenza di uso del preservativo (nei sessualmente attivi). E' stato somministrato un questionario a 268 adolescenti (14-18 anni) e 190 giovani (19-25 anni), maschi e femmine, non inseriti in percorsi scolastici. I risultati confermano che i non studenti sono un gruppo a rischio di contagio da HIV per il non uso sistematico del preservativo, le scarse intenzioni di proteggersi nei rapporti futuri e un basso livello di conoscenze circa le vie di trasmissione del virus. Le principali determinanti dei comportamenti protettivi sono gli atteggiamenti verso il profilattico e le norme del gruppo di riferimento. Le conoscenze sull’HIV, sebbene non incidano sul comportamento, risultano importanti nell’influenzare le intenzioni di proteggersi, soprattutto nelle situazioni potenzialmente più a rischio.
Nella letteratura sulla qualità della vita e il benessere un costrutto relativamente poco indagato è quello di "benessere sociale", che alcuni autori identificano con la valutazione della qualità delle relazioni sociali dell’individuo nell’ambito della propria comunità e società, e del proprio funzionamento al loro interno. Uno dei rari strumenti theory-driven attualmente disponibili per misurarlo è la scala del benessere sociale di C. Keyes (1998). L’obiettivo di questa ricerca era di verificare, mediante la scala di Keyes, il livello di benessere sociale di un campione di studenti universitari. Si voleva in primo luogo valutare l’applicabilità dello strumento in un contesto culturale diverso da quello in cui è stato formulato; inoltre, interessava esaminare le relazioni fra benessere sociale e altri costrutti riguardanti componenti del benessere vicine, come il senso di comunità, la percezione di sostegno sociale e la soddisfazione per la vita. Sono state infine analizzate le differenze nel benessere sociale in funzione dell’impegno sociale (volontariato), politico, religioso e dello stato relazionale dei soggetti. Il campione è costituito da 201 studenti universitari di età compresa fra 19 e 30 anni, maschi e femmine. Lo strumento impiegato è un questionario. I risultati delle analisi fattoriali, esplorative e confermative, relative alla scala di Keyes, sono nel complesso positivi eccetto per la sottoscala coerenza sociale, un risultato attribuibile in parte a caratteristiche specifiche della popolazione esaminata rilevanti per il benessere sociale, e in parte a fattori culturali. Il benessere sociale risulta significativamente e positivamente correlato alla soddisfazione per la vita, al senso di comunità e al sostegno sociale percepito. Infine, sono emersi livelli più alti di benessere sociale negli studenti più impegnati nel sociale (che si dedicano al volontariato) e nei credenti.
Orizzonti e nodi critici della Psicologia della Salute
cod. 568.2