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Though research on the issue of corporate social responsibility has come to a state of ripeness, we know little about the internal organization of CSR programs and activities. This may be called the backstage of CSR and it represents a sort of dark side of this concept. This article provides an insight on this backstage, arguing that its exploration may offer a detailed view on the meanings organizations attach to the notion of CSR, apart from the external representation they give to this concept.
cod. 1529.105
Principi generali, aspetti teorici e applicazioni pratiche
cod. 740.11
Manuale per armare psicologicamente gli operatori della polizia locale
cod. 1060.145
La disciplina dei servizi pubblici locali, nell’ultimo decennio, è stata caratterizzata da non poche incertezze derivanti dai ripetuti e spesso contraddittori interventi legislativi, a seguito dei quali il settore a tutt’oggi è ancora alla ricerca di un assetto stabile, che invece stenta a trovare. La tematica diventa ancor più complessa dopo la novella del Titolo V Cost., in cui occorre un adeguato bilanciamento tra le ragioni della concorrenza e quelle delle autonomie locali. In tale contesto, si inserisce l’analisi della riforma del 2003, in cui il legislatore statale, rovesciando la prospettiva della riforma del 2001, ha riproposto al centro del sistema dei servizi locali la forma gestionale dell’affidamento diretto del servizio a società miste, nonché ha introdotto l’affidamento c.d. in house a società a totale capitale pubblico; istituto quest’ultimo, che, di là dalla formulazione di derivazione comunitaria, sembra porsi senza soluzioni di continuità sul solco della tradizione interna delle gestioni dirette. Di qui l’opportunità di muovere, in un’ottica retrospettiva, dal percorso evolutivo che ha subìto la gestione diretta attraverso i moduli societari, per poi affrontare la questione delicata della ricostruzione sia dell’affidamento diretto del servizio locale a società miste, sia dell’in house providing; tentando, infine, di individuare un possibile ruolo per tali istituti all’esito del drastico ridimensionamento operato del giudice comunitario e nazionale; ciò, nella perdurante instabilità della disciplina di settore.
La disciplina dei servizi pubblici locali, nell’ultimo decennio, è stata caratterizzata da non poche incertezze derivanti dai ripetuti e spesso contraddittori interventi legislativi, a seguito dei quali il settore a tutt’oggi è ancora alla ricerca di un assetto stabile, che invece stenta a trovare. La tematica diventa ancor più complessa dopo la novella del Titolo V Cost., in cui occorre un adeguato bilanciamento tra le ragioni della concorrenza e quelle delle autonomie locali. In tale contesto, si inserisce l’analisi della riforma del 2003, in cui il legislatore statale, rovesciando la prospettiva della riforma del 2001, ha riproposto al centro del sistema dei servizi locali la forma gestionale dell’affidamento diretto del servizio a società miste, nonché ha introdotto l’affidamento c.d. in house a società a totale capitale pubblico; istituto quest’ultimo, che, di là dalla formulazione di derivazione comunitaria, sembra porsi senza soluzioni di continuità sul solco della tradizione interna delle gestioni dirette. Di qui l’opportunità di muovere, in un’ottica retrospettiva, dal percorso evolutivo che ha subìto la gestione diretta attraverso i moduli societari, per poi affrontare la questione delicata della ricostruzione sia dell’affidamento diretto del servizio locale a società miste, sia dell’in house providing; tentando, infine, di individuare un possibile ruolo per tali istituti all’esito del drastico ridimensionamento operato del giudice comunitario e nazionale; ciò, nella perdurante instabilità della disciplina di settore.
Come recuperare competitività ridando orgoglio ed entusiasmo a operai e impiegati
In fabbrica e negli uffici ci serve un po’ più di entusiasmo! Questo libro, scritto da uno psicologo con uno stile molto discorsivo (usando il linguaggio colloquiale e senza divagazioni teoriche), illustra come coinvolgere di più i collaboratori, far sentire gli operai e gli impiegati importanti e renderli fieri del proprio lavoro.
cod. 561.329
L’articolo si pone il problema del perché Vico avesse pensato alla sua impresa come ad una scienza e si fosse occupato di confrontarla con la scienza della natura. Si passano in rassegna l’uso di concetti come degnità, assiomi, postulati, tenendo fermo che Vico non fu né un cartesiano, né un galileiano, e come non si lasci racchiudere nelle gabbie dell’apriorismo e del platonismo: egli ha solo fatto sue alcune idee o tesi presenti entro quelle tradizioni. Vico si guarda bene dall’effettuare una scelta precisa e definitiva tra quelle realtà alle quali attribuiamo oggi il nome di razionalismo e empirismo. Si richiama contemporaneamente e negli stessi testi sia alla tradizione del geometrismo cartesiano sia a quella di Bacone e delpensiero dei baconiani del tardo Seicento, facendone un uso alquanto libero. L’articolo contiene inoltre osservazioni su Vico lettore (o presunto tale) di Cogitata et visa e di De dignitate et augmentis scientarum di Bacone
Alcune questioni epistemologiche etiche e didattiche
cod. 2000.1083
Discipline a confronto
cod. 1525.26
Psichiatria, psicoterapia ed analisi etica
cod. 1217.1.7
cod. 495.114