LIBRI DI DANIELE DONATI

Daniele Donati

Città strategiche

L'amministrazione dell'area metropolitana

A partire dall’irrisolta determinazione sul ruolo degli enti intermedi e dall’attuale disciplina (di cui si indagano criticità e intenti) questo studio esplora le possibili interpretazioni alternative, tenendo ferma un’idea delle città metropolitane quali enti finalizzati innanzitutto alla pianificazione strategica dello sviluppo economico e sociale dell’area vasta.

cod. 11590.3

Il sostegno pubblico è fondamentale per lo spettacolo dal vivo, ma la distinzione delle competenze tra i diversi livelli di governo resta un nodo irrisolto delle politiche di settore. Per orientarsi in questa materia l’Associazione Culturale Ateatro ha coinvolto operatori, ricercatori, docenti e promosso un’indagine per mettere a confronto le politiche regionali per il teatro.

cod. 31.12

L’universo giuridico non si alimenta solo di regole, principi e istituti, ma anche di raffigurazioni narrative e letterarie. A partire da questa consapevolezza, le rappresentazioni letterarie offrono qui l’occasione per una serie di approfondimenti sulla storia costituzionale italiana, che rivelano quanto lo sguardo del giurista intercetti snodi e problemi spesso al centro di una letteratura nazionale attenta più di altre all’osservazione politica e sociale. In questa chiave, il volume cerca di esaminare la peculiarità della storia costituzionale italiana alla luce della prospettiva che su di essa hanno offerto scrittori di varie epoche.

cod. 1590.2.9

Luciano Vandelli

Etica pubblica e buona amministrazione.

Quale ruolo per i controlli?

Il volume affronta il tema del rapporto tra etica pubblica e controlli, alla luce dei ripetuti interventi della magistratura su episodi di maladministration, che hanno posto in evidenza la permeabilità delle pubbliche amministrazioni italiane rispetto a interessi particolari e persino criminali. Dopo aver analizzato le diverse forme di controllo (amministrativo, politico, burocratico, democratico), il volume tenta di verificare quali possano rispondere maggiormente all’esigenza di garantire l’etica pubblica e la buona amministrazione.

cod. 320.50

Daniele Donati

Il trattamento penitenziario dei tossicodipendenti

S & P SALUTE E PREVENZIONE

Fascicolo: 42 / 2005

Secondo dati aggiornati, nelle carceri italiane, i detenuti tossicodipendenti rappresentano circa il 30% dei ristretti (55.924 al 30/09/2003). La presenza di oltre 15.000 tossicodipendenti negli Istituti di pena dimostra che il carcere, è una sede centrale del percorso degli assuntori di droghe. Il tossicodipendente che entra in carcere si confronta con svariate figure professionali dai medici del Servizio Sanitario Penitenziario (SSP) agli psicologi del Presidio Tossicodipendenze (PT) agli operatori del Servizio Pubblico per le Tossicodipendenze (SerT.). A queste figure si aggiungono il personale della polizia penitenziaria, educatori della direzione carceraria e altri operatori del volontariato e delle Comunità Terapeutiche (CT). Il problema centrale che si pone in una istituzione come il carcere, che ha compiti preminenti di difesa sociale, è se sia possibile anche parlare di “istituzione terapeutica” tenendo presente che il detenuto si trova in un contesto dove non è libero di scegliere. L’idea di utilizzare “sezioni o istituti a Custodia Attenuata” (CA) sulla base del modello delle comunità terapeutiche all’interno del carcere proviene dalla conferma che i programmi terapeutico-riabilitativi per i tossicodipendenti attraversano di frequente tale percorso. In questa ottica sono state considerate le prime esperienze delle Custodie Attenuate di Firenze e di Rimini.

Daniele Marchetti, Daniele Donati

Una struttura attenuata: è possibile fare una comunità terapeutica in carcere?

S & P SALUTE E PREVENZIONE

Fascicolo: 30 / 2001

Suggestiva e interessante l’utilizzare le sezioni di custodia attenuata come C.T. all’interno delle carceri, poiché queste non devono essere pensate solo come luoghi di pena, ma anche di riabilitazione. Il rapporto tra condizione carceraria e condizione di tossicodipendenza è centrale sia nel piano prognostico che diagnostico nella procedura di intervento riabilitativo, intrecciando la storia giudiziaria con la tossicomania del soggetto in trattamento. Infatti questo lavoro studia il disturbo antisociale e di personalità e la patologia della tossicodipendenza analizzando il tipo di popolazione carceraria e l’attività criminale connessa alla tossicomania.

Daniele Donati, Daniele Marchetti, Daniele Righini

Considerazioni sui programmi alternativi alla detenzione per soggetti tossicodipendenti

S & P SALUTE E PREVENZIONE

Fascicolo: 30 / 2001

I reati comuni di soggetti tossicodipendenti e alcolisti sono da attribuire a comportamenti antisociali. Il Presidio Tossicodipendenze della casa Circondariale di Rimini istituito nel 1993, in collaborazione con altre strutture di servizio che si occupano delle tossicomanie ha svolto e svolge un accurato lavoro analitico da cui emerge come vi sia un incremento di cittadini extracomunitari che usano sostanze stupefacenti, appalesando anche una crescita di icrocriminalità. I soggetti coinvolti in reati penali per effetto e spaccio delle sostanze si sottopongono ad un programma di recupero al fine di ottenere l’affidamento in prova ai servizi sociali: ciò anche per limitare le conseguenze penali per i reati comuni.