LIBRI DI DANIELE PISANI

Jorge Francisco Liernur, Daniele Pisani

America Latina. Saggi sull'architettura del Novecento

Il libro raccoglie sette dei più importanti saggi di Jorge Francisco Liernur che nel loro insieme forniscono un’analisi dell’architettura concepita e realizzata nel ventesimo secolo in America Latina. I saggi si premurano di mettere in luce la varietà e la complessità della scena latino-americana e al tempo stesso di isolare alcune linee di forza e alcuni problemi generali di particolare rilevanza.

cod. 81.2.12

Daniele Pisani

"Our Man in Mexico". Albe Steiner tra Vecchio e Nuovo Mondo (1946-1948)

TERRITORIO

Fascicolo: 103 / 2022

Al termine della Seconda Guerra Mondiale, Albe Steiner trascorse due anni in Messico insieme a sua moglie Lica e a gran parte della sua famiglia. Nel corso di tale permanenza, tra il 1946 e il 1948, Steiner entrò in contatto con artisti locali come Rivera, Orozco e Siqueiros e prese parte a diverse importanti iniziative. Rimase pure in contatto con i suoi compatrioti, da cui ricevette anche alcuni specifici incarichi. Il presente saggio ne analizza i principali: di fare da corrispondente messicano per Domus e di ottenere la partecipazione ufficiale di Messico e Stati Uniti all’ottava edizione della Triennale di Milano. Nel prendere in esame tale campo dell’attività svolta da Steiner nel corso della sua permanenza all’estero, questo saggio mira inoltre a tracciare la vasta rete transnazionale di contatti coinvolti al fine di adempiere a questi incarichi.

Daniele Pisani

La città come la casa, la casa come la città. Breve storia di un topos

TERRITORIO

Fascicolo: 88 / 2019

Nel ‘De re aedificatoria’, Leon Battista Alberti affermò che «che la città è come una grande casa, e la casa a sua volta una piccola città». Da Andrea Palladio a Jean- Nicolas-Louis Durand, da Aldo van Eyck ad Aldo Rossi, a partire dalla sua riproposizione nel trattato albertiano la massima conoscerà una fama imperitura, assurgendo al rango di vero e proprio ‘topos’ all’interno del discorso architettonico e urbanistico. Qual è però la storia di tale massima prima della sua ripresa nel primo trattato moderno dedicato all’architettura? Tracciare questa storia, dall’antichità greca e attraverso la patristica e l’apologetica latina sino alla scolastica, è l’obiettivo di questo contributo. A emergerne sarà l’estrema versatilità del ‘topos’, capace di imporsi - e di dare almeno in parte struttura al pensiero - per le ragioni e nei contesti più diversi.

Questo saggio si propone di dimostrare che la celebre storia del progetto di Lina Bo Bardi per il Museu de Arte de São Paulo (masp), stando alla quale la sua configurazione sarebbe la conseguenza di un vincolo posto sul terreno dal precedente proprietario, non corrisponde a verità. Ed è anzi una versione di comodo elaborata dalla dirigenza del museo. Tale versione, sinora unanimemente accettata, fu elaborata con l’obiettivo di legittimare l’aspetto più caratteristico, ma meno giustificabile, del progetto, ossia la luce di oltre settanta metri con cui l’edificio scavalca il lotto a sua disposizione, lasciandolo libero. Il saggio si propone così di gettare luce sulle effettive intenzioni del progetto, dimostrando che, ben lungi dall’essere la conseguenza di una costrizione di tipo legale, la sede del masp si proponeva come un’icona del museo.