La fame di terre e di grani e il rialzo dei prezzi agricoli durante le fasi di crescita demografica fra metà quattrocento e primo seicento spinsero i privati e gli stati a intensificare gli sforzi per redimere alla coltivazione gli spazi occupati da valli e paludi nella bassa padana. Furono decenni di grandi interventi in lavoro e denaro, che mostrano, fra l’altro, la complessità e la vastità degli interessi in gioco. Di qui il formarsi di alleanze e solidarietà, ma anche di conflitti e diffidenze, fra regione e regione e all’interno stesso delle comunità.