Qual è il senso di un discorso pedagogico sulla fragilità? Quello di riflettere sulla realtà umana, nei suoi volti luminosi e oscuri, nelle sue laceranti contraddizioni, nei suoi dilemmi e nelle sue attese; quello di accogliere i valori della sensibilità e della delicatezza, della gentilezza e della dignità; quello di scoprire modi altri di “stare al mondo”. Fragilità come gemmazione della vita nell’infanzia o come metamorfosi evolutiva nell’adolescenza; fragilità come marginalità e precarietà esistenziale o ombra nei meccanismi di esclusione della diversità; fragilità come vulnerabilità e liminarità nei destini di sofferenza e di disagio individuale e sociale. Intraprendere la strada di una ermeneutica pedagogica è un possibile tentativo per affermare una pedagogia della fragilità, quale dispositivo di ascolto e di dialogo con il “sentire” umano. L’autrice propone una riflessione su una categoria che si presta a molteplici attraversamenti, per un progetto pedagogico teso a valorizzare le diverse fondazioni esistenziali della soggettività in tutte le periferie umane.