LIBRI DI MARIA PAOLA PASINI

Rolando Anni, Giovanni Gregorini

Gli Alleati a Brescia tra guerra e ricostruzione.

Fonti, ricerche, interpretazioni

Cercando di colmare una lacuna negli studi sulla presenza alleata a Brescia nel 1945, questo volume cerca di collocare la città lombarda all’interno di uno scenario più vasto, nazionale e internazionale, in una complessa fase di transizione che condurrà l’Europa e il mondo fuori dal più grande conflitto mai avvenuto nella storia dell’uomo.

cod. 2000.1497

Annunziata Berrino, Gaetano Cerchiello

Storia del turismo.

Annale 11

L’undicesimo numero dell’Annale presenta una serie di saggi che compendiano i grandi temi che attraversano la storia del turismo dall’Ottocento al Novecento: uno spaccato sulla frode e sull’illegalità che talora condottano l’offerta di servizi agli stranieri; le condizioni delle imprese alberghiere nel Sudtirolo dopo l’annessione all’Italia; un lavoro sulla costa abruzzese e uno sul lago di Garda all’indomani del secondo conflitto mondiale; un saggio di geografia, dedicato alla Toscana; una sintesi aggiornata della vicenda del turismo spagnolo.

cod. 2000.1496

Maria Paola Pasini

L’idrovia padana Ticino-Mincio: un progetto mai realizzato

STORIA URBANA

Fascicolo: 138 / 2013

Il saggio focalizza l’attenzione su alcune vicende legate alla navigazione interna in Italia e in particolare al progetto del canale navigabile Ticino-Mincio, una via d’acqua che avrebbe messo in collegamento la Svizzera con il mare Adriatico. Idee e progetti in questa direzione vennero sviluppati già in età moderna nel Nord Italia, ma solo a partire dagli inizi del Novecento si assistette a un fiorire di iniziative. Con il Fascismo vi fu prima un rallentamento e quindi un’espansione in chiave autarchica di possibili progetti nell’ambito della navigazione interna. Solo nel Secondo dopoguerra, tuttavia, prese forma con convinzione l’idea di una via d’acqua che attraversasse la Pianura padano-veneta mettendo in collegamento Milano e le altre città interne con l’Adriatico. Il sogno si infranse alla fine degli anni Sessanta anche se la discussione continuò ancora a lungo. Le ragioni del fallimento sono legate soprattutto a divergenze di carattere locale tra gli amministratori delle varie città e in particolare a una politica del governo centrale che privilegiò la scelta del trasporto su gomma e, quindi, la costruzione di autostrade, soprattutto per legare il Nord e il Sud del paese.

L’attività di sgombero delle macerie che vide impegnato in prima linea il Comune di Brescia, a partire dal termine del secondo conflitto mondiale, rappresentò il primo e necessario passo per affrontare la ricostruzione in una città devastata dalle incursioni aeree. La municipalità di Brescia coordinò direttamente lo «sgombro-macerie» come una grande operazione di protezione civile e allo stesso tempo come testimonianza di vigorosa fiducia nel futuro. La fase della rimozione dei detriti venne gestita con determinazione, utilizzando tutte le risorse disponibili, sia in termini di uomini che di mezzi dalle strutture comunali «ordinarie» che in questa fase seppero produrre uno sforzo «straordinario». In municipio non venne, infatti, creata un apposita struttura come in altre città (Milano, ad esempio), ma il coordinamento delle diverse iniziative in tema di rimozione dei materiali e messa in sicurezza dei vari edifici fu affidato direttamente all’ufficio tecnico comunale che coordinò le attività in collaborazione con il genio civile, le autorità alleate e la popolazione. Anche grazie a questo slancio post-bellico nel risolvere il problema delle macerie, la ricostruzione poté essere avviata con rapidità e efficacia. Nel giro di tre anni il tessuto edilizio della città risultò profondamente rinnovato.