Il contributo propone un'analisi delle trasformazioni socio-economiche avvenute nella città di Taranto negli ultimi decenni, attraverso una lettura sociologica di al-cuni opere letterarie di autori tarantini. Accanto alle fonti letterarie faremo uso di racconti biografici, risultato di un segmento di ricerca empirica sul rapporto tra la comunità tarantina e il siderurgico Ilva. Mettendo in relazione stralci di interviste narrative e resoconti letterari, si tracceranno i contorni di una città-fabbrica "sequestrata" da forme di sviluppo coloniale. Mostreremo lo iato esistente tra etero e auto-descrizioni di Taranto e vedremo come, in base ai diversi periodi storici, possano emergere differenti immagini del volto della città. Racconteremo gli anni Sessanta e Settanta come epoca dell’utopia dello sviluppo; gli anni Ottanta e Novanta come l’epoca in cui la città inizia a percepire la crisi ma a non volerla riconoscere neanche a se stessa; e, infine, gli ultimi due decenni come periodo in cui le evidenze scientifiche e giuridiche portano a un radicale cambio di paradigma narrativo: la narrazione fiabesca raccontata negli anni del boom economico viene trasformata in una narrazione tragedica, che se fosse stata vista in origine sarebbe apparsa come una incredibile distopia.